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Catastrofe terreste, ecco la data da tenere a mente: cosa succederà poi

Riscaldamento globale 2030

Sembra che il 2030 sarà un anno di svolta per quanto riguarda il problema del riscaldamento globale: dopo questa data accadrà il peggio. Lo ha annunciato l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) in un documento che riassume i drammatici cambiamenti che avverranno nel nostro pianeta da qui a poco. Una previsione, quella sul futuro dell’umanità, che mette i brividi. Vediamo insieme cosa l’IPCC ha previsto che succeda. (Continua dopo le foto)

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Riscaldamento globale, tagliare emissioni entro il 2030 è la priorità
Riscaldamento globale, tagliare emissioni entro il 2030 è la priorità: il motivo

Riscaldamento globale, tagliare emissioni entro il 2030 è la priorità

Il gruppo intergovernativo si occupa dal 1988, anno della sua fondazione, di monitorare il cambiamento climatico a livello globale. Gli studiosi hanno prodotto un report che delinea il futuro del nostro pianeta nei prossimi anni. Cosa ci aspetta? Il quadro sembra lasciare solo qualche fievole speranza a fronte di un processo che l’umanità, a partire dalla politica, ha sottostimato e trascurato per troppi anni.

Il problema al quale noi uomini dovremmo dare la priorità è il surriscaldamento ambientale. Se le attuali condizioni dovessero mantenersi invariate, la situazione è destinata crollare in modo catastrofico. L’IPCC ha dichiarato che bisogna tagliare entro il 2030 le emissioni di gas serra per almeno il 43% fino ad arrivare a una riduzione del 60% nel 2035, riporta Supereva.it. Per quale motivo? (Continua dopo le foto)

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Il futuro della terra

La speranza è quella di arrivare ad azzerare totalmente le emissioni per la metà del secolo. Solo in questo modo sarà possibile scongiurare il punto di non ritorno rappresentato dall’innalzamento delle temperature di 1,5°C. Questo porterebbe ad una situazione catastrofica, sia da un punto di vista ambientale, sia da un punto di vista economico. Lo scioglimento dei ghiacciai non avrebbe il “solo” effetto di ricoprire e sommergere terre e città oggi abitate, ma devasterebbe interi settori economici e produttivi. Il contraccolpo economico-finanziario sarebbe di dimensioni bibliche. Dal 2100 il mondo sarebbe molto diverso da come lo conosciamo oggi.

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