
Reazioni e dubbi sulla rivelazione: la querela del fratello
La notizia ha generato reazioni forti nella famiglia di Liliana: il fratello, Sergio Resinovich, non ci sta. A suo avviso, le dichiarazioni di Buonocore rappresentano un “serio tentativo di inquinare le prove” e “di intralciare il corso delle indagini”. Secondo quanto riporta Fanpage, il 29 novembre 2025, Sergio ha annunciato l’intenzione di sporgere querela contro l’ex ristoratore.
Il legale che lo assiste, Nicodemo Gentile, ha puntualizzato che, più che i sacchi, l’elemento su cui dovrebbe concentrarsi l’attenzione è il cordino — un reperto che, secondo la consulenza medico‑legale del marito Visintin, risulterebbe cruciale per la dinamica della morte. Gentile sostiene che i sacchi, privi di impronte riconducibili a Liliana, non bastano per ricostruire con certezza la sequenza dei fatti.
Indagini del caso Resinovich in bilico: perizia e ombre sul cordino
Allargando lo sguardo sull’intero fascicolo, la vicenda continua a oscillare tra ipotesi contrastanti. La perizia depositata nei primi mesi del 2025 — firmata da un pool di esperti come Cristina Cattaneo e altri consulenti — ha indicato che il corpo di Liliana presentava lesioni compatibili con un’aggressione, suggerendo il coinvolgimento di terzi.
Tuttavia, come sottolinea Gentile, il vero nodo non sono i sacchi neri: è il cordino — un elemento che non è mai stato spiegato in maniera convincente, e che potrebbe puntare altrove rispetto all’ipotesi iniziale. È su questo dettaglio, e su altri ancora da verificare, che la famiglia chiede chiarezza totale: senza trasparenza, le rivelazioni dell’ex pizzaiolo rischiano di restare una suggestiva ma fragile sovrapposizione a un quadro già pieno di ombre.