Caso Yara Gambirasio, sta succedendo di tutto dopo tutti questi anni – Ci sono novità importanti sul caso di Yara Gambirasio, la giovane di 13 anni, scomparsa il 26 novembre 2010 e ritrovata assassinata il 26 febbraio 2011. Il cadavere, come ricorderete, venne rinvenuto in un campo di Chignolo d’Isola, ad una decina di chilometri da Brembate di Sopra.
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Caso Yara Gambirasio, importante novità per Bossetti: sarebbe la prima volta
La Cassazione ha accolto il ricorso della difesa di Massimo Bossetti, condannato per l’omicidio della minorenne Yara Gambirasio, con rinvio per un nuovo esame davanti alla Corte d’Assise di Bergamo. I legali di Massimo Bossetti, all’ergastolo con condanna definitiva dal 2018 per l’omicidio dell’allora 13enne Yara Gambirasio, potranno esaminare dunque nuovamente i reperti del caso. Come riferisce “Open” “la prima sezione della Corte di Cassazione, infatti, ha accolto il ricorso degli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini annullando l’ordinanza della Corte d’Assise di Bergamo, che lo scorso 21 novembre negato l’accesso ai reperti confiscati, tra cui 54 campioni di Dna rinvenuti sugli indumenti della ragazzina uccisa nel novembre del 2010”. (continua a leggere dopo le foto)
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L’avvocato Salvagni: «Non posso che essere soddisfatto»
Una notizia importante, proprio perché è la prima volta dall’apertura del caso che la difesa visiona i reperti. «Non posso che essere molto soddisfatto, ha dichiarato l’avvocato Claudio Salvagni citato da Quotidiano Nazionale. Lo stesso ha aggiunto: «A questo punto la difesa può finalmente iniziare un percorso per dimostrare che quel Dna di Ignoto 1 non appartiene a Massimo Bossetti». I difensori di Bossetti avevano chiesto di vedere, oltre alle provette con 54 campioni di Dna, anche gli slip, i leggings, la biancheria, le scarpe e tutto quello quello che Yara indossava il 26 novembre del 2010 e sui sono state trovate o si potrebbero trovare tracce biologiche dell’assassino. (continua a leggere dopo le foto)
Caso Yara Gambirasio: accolto il ricorso di Bossetti
Come scrive «Tgcom24», “La Prima Sezione ha annullato l’ordinanza del 21 novembre 2022 della Corte d’Assise di Bergamo che, in sede di esecuzione, aveva negato alla difesa di Bossetti il diritto di accedere ai reperti confiscati ai fini dello svolgimento di indagini difensive, in vista dell’eventuale revisione del processo. In seguito alla decisione emessa in camera di consiglio dagli “Ermellini”, al termine di una discussione a porte chiuse, la Corte d’Assise di Bergamo dovrà consentire alla difesa la ricognizione dei reperti. Il tutto nei limiti già autorizzati in precedenti provvedimenti, stabilendo contestualmente le opportune cautele idonee a garantirne l’integrità. All’esito della ricognizione, se la difesa avanzerà nuova specifica richiesta, la Corte d’Assise dovrà valutare la concreta possibilità di nuovi accertamenti tecnici e la loro non manifesta inutilità”.