Il Covid-19 continua a preoccupare l’Italia. La variante Omicron ormai sul territorio nazionale è diventata un dato di fatto. Anche la campagna vaccinale procede a gonfi vele e il Governo con le varie restrizioni adottate nell’ultimo periodo cerca di porre fine a questa quarta ondata di contagi. Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha dichiarato: «Verosimilmente abbiamo toccato il picco e assisteremo a breve a una decrescita dei casi». In attesa che questa pandemia diventi solo un lontano ricordo, gli studi Covid-19 continuano e gli esperiti hanno fatto una nuova scioccate scoperta che riguarda il sonno. (Continua dopo la foto)
Covid, l’ultima scioccante scoperta sul sonno: il parere degli esperti
Una nuova scoperta sconcertante è stata fatta in quest’ultimo periodo sul Covid-19. Il virus dopo aver attaccato i polmoni “si installa” nel cervello. Secondo alcuni recenti studi italiani e internazionali, come riporta Il Messaggero, in molti casi medio-gravi di infezione da coronavirus viene alterata la volumetria di alcune parti del cervello. Come riportato da Libero, la professoressa Akiko Iwasaki che lavora in un centro di ricerche a New York ha spiegato che a sette giorni dall’esplosione di una infezione grave da Covid si registra la perdita di un terzo degli oligodentrociti in alcune aree del cervello e il calo può durare fino a sette settimane. Cosa sono gli oligodentrociti? Sono delle cellule particolari che assistono le funzioni dei neuroni del sistema nervoso centrale. Inoltre, analizzando anche altri studi, sono emersi altri piccoli disturbi che l’infezione procura nell’uomo. Vediamo di che si tratta. (Continua dopo la foto)
Gli studi dell’Università di Brescia
Purtroppo il Covid-19 lascia dietro di sè delle impronte difficili da cancellare. I pazienti guariti possono avere in diversi casi degli effetti collaterali della malattia per mesi. Stando ad uno studio dell’Università di Brescia, come riportato da Libero, fino al 70 per cento dei pazienti Covid di livello medio grave riporta sintomi neurologici a sei mesi di distanza, fra cui stanchezza cronica (34%), disturbi di concentrazione (32 per cento), disturbi del sonno (31 per cento), dolori muscolari (30 per cento) e depressione e ansia (27 per cento).