Filippo Turetta, è successo durante l’interrogatorio: nessuno se lo aspettava – I magistrati sono entrati alle 10 nel carcere Montorio di Verona. Dopo circa 30 minuti le auto con a bordo la gip Benedetta Vitolo e il pm Andrea Petroni sono andate via. C’era grande attesa per il giorno dell’interrogatorio di Filippo Turetta, accusato del femminicidio di Giulia Cecchettin. Il ragazzo però avrebbe scelto una strategia difensiva del tutto inattesa. (continua a leggere dopo le foto)
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Filippo Turetta, interrogatorio di mezz’ora: le ultime notizie dal carcere di Verona
Filippo Turetta, assistito dall’avvocato Giovanni Caruso, secondo quanto riferito da «Repubblica», pare abbia deciso di non rispondere alle domande della gip, che ha firmato il 20 novembre l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per “l’inaudita ferocia” e la “manifesta disumanità” degli atti contestati al ragazzo. “Una strategia difensiva che potrebbe essere stata concordata con il legale per poter dargli il tempo di studiare gli atti di indagine dell’inchiesta, atti che l’avvocato ha potuto avere solo ieri. L’indagato potrebbe aver detto solo qualche frase, potrebbe aver fatto solo qualche dichiarazione spontanea”, scrive il quotidiano diretto da Maurizio Molinari. (continua a leggere dopo le foto)
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Filippo Turetta durante l’interrogatorio si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere
Anche secondo quanto riferito da LaPresse, Filippo Turetta si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere. Per questa ragione si attende l’uscita dal carcere dell’avvocato del 22enne, che ieri aveva spiegato che non era nei piani avanzare una richiesta di misure meno afflittive del carcere. “TgCom24” scrive che il ragazzo avrebbe pianto di fronte agli inquirenti. Stando all’ordinanza cautelare, lo studente veneto è accusato di omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva terminata e di sequestro di persona. (continua a leggere dopo le foto)
Si attendono le parole dell’avvocato Giovanni Caruso
Erano tre gli scenari per Filippo Turetta e il suo avvocato, Giovanni Caruso, alla vigilia dell’interrogatorio di garanzia: il ragazzo avrebbe potuto rispondere alle domande accettando il contraddittorio (non necessariamente confessando o collaborando alle indagini); ripiegare solo su dichiarazioni spontanee; e infine avvalersi della facoltà di non rispondere. Non dimentichiamoci che l’assassino di Giulia Cecchettin ha visto soltanto due volte il suo nuovo legale: sabato 25 novembre, quando Turetta è arrivato in Italia dalla Germania, e lunedì 27 novembre, nel carcere di Verona, per un incontro durato circa mezz’ora.