
Con il panorama geopolitico attuale segnato da tensioni crescenti, il rischio di un confronto tra Israele e Iran suscita discussioni anche in Europa. L’Italia, grazie ai suoi legami con la NATO e la sua collaborazione con gli Stati Uniti in operazioni militari, potrebbe trovarsi coinvolta in un eventuale conflitto armato. Ma quali sarebbero le ripercussioni per il nostro Paese e chi sarebbe chiamato a difenderlo? Esaminiamo i dettagli.

Chi sarebbe mobilitato in Italia in caso di guerra
In caso di guerra, a chi spetterebbe il dovere di difendere la nazione? Secondo l’avvocato Masia, i primi a essere convocati sarebbero i militari di carriera delle varie forze armate italiane, tra cui Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza. Seguono gli ex militari che hanno lasciato il servizio da meno di cinque anni. In situazioni critiche, potrebbero essere coinvolti anche i civili. Tuttavia, chi ha ottenuto il congedo definitivo non sarebbe obbligato a partecipare. È importante ricordare che la leva obbligatoria, sospesa con la legge del 23 agosto 2004, n. 226, potrebbe essere riattivata tramite un decreto ministeriale.

Chi sarebbe esentato dal servizio militare anche in caso di guerra
Una questione fondamentale è chi non sarebbe obbligato a servire. L’avvocato Masia specifica che sarebbero esonerati coloro che non rispettano i requisiti di età, salute fisica e morale, inclusi coloro affetti da malattie o dipendenze. Gli orfani con responsabilità familiari, chi ha figli e il figlio unico convivente con un genitore disabile potrebbero essere dispensati. Inoltre, particolari situazioni economiche potrebbero giustificare l’esclusione di chi è l’unico sostentamento della famiglia.

Criteri di età e modifiche in caso di guerra
Secondo Masia, i giovani che compiono 17 anni sono inseriti nelle liste di leva e chiamati per la visita militare l’anno successivo, fino all’età di 45 anni. In caso di necessità bellica, le regole potrebbero cambiare, includendo potenzialmente anche le donne e alzando il limite di età per la convocazione oltre i 45 anni, in considerazione dell’attuale aspettativa di vita.