
Quando il cielo decide di ribellarsi, lo fa senza preavviso. Le notti d’estate, che dovrebbero profumare di quiete e risate leggere, si riempiono invece di tuoni che scuotono i muri e raffiche di vento che sembrano voler strappare via ogni certezza. Nessuno immaginava che, ancora una volta, la stagione più attesa si sarebbe tinta di ansia e sconcerto, lasciando spazio a una tensione palpabile e a una domanda che si insinua tra le pieghe della quotidianità: quanto ancora dovremo abituarci a questi fenomeni estremi?


Un brusco risveglio, tra lampi e pioggia battente, ha sorpreso centinaia di persone. In pochi minuti, la normalità si è dissolta, sostituita da un senso di impotenza e preoccupazione. Le case, i giardini, le strade: tutto travolto da una furia improvvisa. Il fragore della grandine contro i vetri, l’acqua che avanza senza chiedere permesso e l’odore acre dell’umidità che si insinua ovunque. In quelle ore, ogni rumore diventa allarme, ogni ombra una minaccia, mentre il pensiero corre alle cose più care e alla speranza che tutto finisca in fretta. (Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva…)