
L’asfalto, lucido come uno specchio, rifletteva i lampi improvvisi che squarciavano il silenzio con bagliori quasi spettrali. In quell’atmosfera sospesa, ogni rumore sembrava amplificato: il battito dei tergicristalli, il borbottio sommesso di un motore che sfidava il temporale, il brivido di chi viaggia sperando di arrivare a destinazione senza sorprese.
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Ma quel giorno, nel cuore di una terra abituata a convivere con la forza degli elementi, qualcosa di diverso era nell’aria. Un suono profondo, quasi un lamento lontano, si è sovrapposto allo scroscio della pioggia: un cedimento improvviso, come se una parte della realtà si fosse incrinata. L’auto si è arrestata, i fari che si riflettevano su un vuoto inatteso, dove pochi istanti prima c’era ancora una barriera di sicurezza. Un senso di impotenza e di sgomento ha invaso l’abitacolo, mentre la natura mostrava tutta la sua potenza e l’uomo la sua fragilità. (Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva…)