
Nella serata di ieri, una scossa di terremoto di magnitudo 3.1 è stata rilevata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) in Italia. L’epicentro è stato localizzato a circa sei chilometri dal centro cittadino, con una profondità stimata di dieci chilometri. Il sisma è stato avvertito distintamente dalla popolazione sia nel capoluogo che nei comuni circostanti, generando apprensione e un’immediata richiesta di informazioni.

Controlli e primi riscontri dopo il terremoto
Subito dopo la scossa, molti abitanti della zona si sono riversati nelle strade per lo spavento. I vigili del fuoco e i vigili urbani hanno avviato una serie di sopralluoghi nelle zone prossime all’epicentro. Dai primi riscontri ufficiali non sono emersi danni a edifici né feriti. L’attività di controllo si è concentrata in particolare su scuole, ospedali e strutture pubbliche, dove non sono state riscontrate criticità degne di nota. La popolazione, pur avendo percepito nettamente il sisma, non ha dovuto affrontare situazioni di emergenza o evacuazioni.

Un territorio storicamente soggetto a sismicità
La zona colpita rappresenta una delle aree italiane a media sismicità, caratterizzata da una lunga storia di eventi tellurici. Episodi significativi sono documentati già in epoca storica: tra i più devastanti, il terremoto del 1688, che provocò la distruzione della città e migliaia di vittime, e il sisma del 1980 dell’Irpinia, avvertito con forza anche nel capoluogo sannita. La memoria collettiva di questi episodi rende la popolazione particolarmente sensibile a ogni nuova scossa, anche di lieve entità.
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