
Il recente intervento del ministro della Difesa Guido Crosetto ha acceso i riflettori sulla fragilità del sistema di sicurezza nazionale italiano. In occasione della presentazione del bilancio relativo al tour mondiale del Vespucci a Roma, Crosetto ha dichiarato che l’Italia non sarebbe pronta a rispondere con efficacia a un eventuale attacco esterno, sia esso proveniente dalla Russia o da altre potenziali minacce internazionali. La sua analisi, espressa con toni chiari e privi di allarmismo immotivato, mette in evidenza una vulnerabilità accumulata nel tempo e dovuta a decenni di insufficiente investimento nella difesa nazionale.
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Guido Crosetto e l’appello alla responsabilità nazionale
Pur non citando direttamente il presidente russo Vladimir Putin, Crosetto sottolinea la necessità per l’Italia di essere in grado di affrontare qualsiasi scenario, compreso quello in cui “qualche pazzo” decida di minacciare la nostra sicurezza. Le sue parole rappresentano un invito a non dare per scontata la difesa del territorio e dei cittadini, ponendo l’accento sulla necessità di una riflessione seria e approfondita sulle strategie di protezione nazionale.
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Cybersicurezza e minacce ibride: la nuova frontiera della difesa
Il ministro ha ribadito come la situazione attuale sia il risultato di una lunga fase di diminuzione dei fondi destinati alla difesa. Secondo Crosetto, la sicurezza nazionale deve essere considerata una priorità assoluta, non solo in risposta a minacce concrete, ma anche come elemento fondamentale per la stabilità interna ed esterna del Paese. Questo richiamo alla responsabilità collettiva coinvolge tanto le istituzioni quanto l’opinione pubblica.
Le recenti tensioni geopolitiche, unite a nuovi rischi come la cybersicurezza e la guerra ibrida, hanno reso evidente che la difesa non si limita più ai tradizionali mezzi militari. Oggi è necessario investire anche nella protezione delle infrastrutture critiche e nella formazione del personale per affrontare minacce sempre più sofisticate e imprevedibili.
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