
Caos alla camera, scoppia la rissa tra deputati: cos’é successo – La giornata del 29 maggio 2024 è stata segnata da forti tensioni all’interno della Camera dei Deputati, dove si è assistito ad uno scontro senza precedenti durante la discussione sulla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. Il dibattito, già acceso per la delicatezza del tema, è degenerato in una rissa verbale e fisica che ha richiesto la sospensione della seduta. A rendere ancora più difficile la situazione è stata la concomitanza delle proteste delle opposizioni contro la gestione del conflitto a Gaza, che hanno contribuito a un clima di grande polarizzazione tra le parti. L’atmosfera è diventata tesa fin dalle prime battute, con i rappresentanti politici schierati su posizioni inconciliabili.

Caos alla camera, scoppia la rissa tra deputati: cos’é successo
L’approvazione della riforma della giustizia ha rappresentato il terzo passaggio in aula, segnando un punto di svolta nel percorso normativo. L’iniziativa ha visto la maggioranza esultare, con gesti considerati provocatori dalle opposizioni. Questo atteggiamento ha innescato una reazione immediata da parte della sinistra parlamentare, già in fermento per la situazione internazionale e per le prese di posizione del governo su temi di politica estera. Le tensioni si sono progressivamente intensificate, fino a sfociare in un vero e proprio tafferuglio che ha coinvolto numerosi deputati. La cronaca della giornata vede protagonisti diversi esponenti politici di spicco. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha celebrato pubblicamente il risultato, dedicando la vittoria alla memoria di Silvio Berlusconi, storico sostenitore della riforma.
A lui si è unito il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, che ha manifestato la propria soddisfazione con gesti plateali. Questo comportamento, percepito come una provocazione, ha generato proteste veementi da parte dei gruppi di opposizione, tra cui il Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra e Movimento 5 Stelle. La capogruppo del PD Chiara Braga ha preso la parola per criticare apertamente Tajani, accusandolo di aver partecipato ai cori di giubilo in un momento così delicato per il Parlamento. Le opposizioni non hanno tardato a esprimere la loro indignazione, sollevando anche la questione della crisi in Medio Oriente e denunciando l’atteggiamento del governo italiano nei confronti della guerra a Gaza.

Le proteste delle opposizioni
Durante la seduta, i deputati di sinistra hanno espresso il proprio dissenso gridando contro la “carneficina a Gaza”. In aula sono scesi diversi rappresentanti di spicco, tra cui Fornaro, Cuperlo, Stumpo, Amendola e la segretaria del PD Elly Schlein. La loro protesta si è fatta sempre più insistente, fino a trasformarsi in un confronto fisico che ha richiesto l’intervento dei commessi della Camera, convocati dal vicepresidente Sergio Costa per tentare di riportare l’ordine. Le urla e le proteste hanno reso la gestione della seduta estremamente complessa, evidenziando la profondità dei dissidi interni al Parlamento.
Secondo la ricostruzione dei fatti, la scintilla che ha fatto esplodere la situazione è stata proprio la commistione tra la soddisfazione per l’approvazione della riforma e il malcontento legato alla crisi in Medio Oriente. Le opposizioni hanno ritenuto inaccettabili le manifestazioni di giubilo della maggioranza, considerandole una mancanza di rispetto nei confronti delle vittime del conflitto internazionale. La tensione è quindi rapidamente degenerata, coinvolgendo numerosi deputati sia della maggioranza che dell’opposizione.
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