
Personaggi TV. Ha parlato a cuore aperto, senza filtri, tra aneddoti di set e memorie private che raramente erano state raccontate così. L’ospitata di Giuliana De Sio a La Confessione di Peter Gomez non è stata una semplice chiacchierata di programma: è stata una sequenza di rivelazioni intime, alcune delle quali capaci di turbare anche i fan più affezionati.
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L’infanzia che segna: la famiglia e la fuga
De Sio ha descritto un quadro familiare difficile, con un padre assente e una madre dalla forte dipendenza dall’alcol, condizioni che l’avrebbero portata ancora giovanissima a sentirsi costretta a cercare una via d’uscita dalla propria casa. Il racconto dell’attrice dipinge la sensazione di un “nucleo che non c’era”, e spiega perché già a 18 anni «sentì il corpo che la portava via da lì».
La confessione più dura: “Ho tentato il suicidio a 12 anni”
Nel corso dell’intervista De Sio ha raccontato una rivelazione particolarmente drammatica: un tentativo di suicidio avvenuto quando aveva appena 12 anni. L’attrice ha spiegato che, a quell’età, quel gesto non aveva la consapevolezza della morte ma rappresentava «un gesto di protesta» contro una situazione familiare insopportabile. Le sue parole hanno riportato in primo piano il tema della sofferenza infantile e della fragilità emotiva precoce.

Il rapporto con la sorella: competizione o affetto duraturo?
Parlando della sorella, De Sio ha scosso il pubblico con una confessione affettuosa: nonostante episodi di critica o di gioco delle parti, tra loro è sempre esistito un legame profondo. Ha ricordato episodi di gelosie contenute — come un aneddoto legato a Pino Daniele — ma ha sottolineato che la scelta, nei momenti decisivi, è sempre caduta sull’amore fraterno più che sulla ambizione professionale.
Il “circoletto” del cinema italiano: la sua critica al sistema
Un altro passaggio centrale dell’intervista è stata la critica al cosiddetto “circoletto” del cinema nazionale: De Sio ha definito il fenomeno come una ripetitività di volti e ruoli che impoverisce la pluralità dello schermo e stanca il pubblico. Ha detto che la pratica diventa «compulsiva e poco interessante» per chi vorrebbe vedere nuove facce e nuove storie. Parole che rilanciano il dibattito sulla rappresentazione e sulle dinamiche di potere nel casting italiano.
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