
Miglio dopo miglio, con il Mediterraneo come palcoscenico e i radar di mezzo mondo puntati sulla rotta, la Flotilla diretta verso Gaza è diventata il simbolo di un’attesa carica di tensione. Non era soltanto una manciata di imbarcazioni: era un atto politico e simbolico, un messaggio di sfida al blocco navale imposto da Israele e, al tempo stesso, un gesto di solidarietà nei confronti della popolazione palestinese, con provviste e medicinali stivati a bordo. Tutti sapevano che lo scontro era inevitabile e, come previsto, la marina israeliana ha intercettato e abbordato i natanti in acque internazionali a poche decine di miglia dalla costa di Gaza. La notizia ha generato una serie di risposte e condanne dal mondo politico e dalle masse e la situazione appare più tesa che mai. Cosa sta succedendo.


Global Sumud Flotilla, Israele abborda le barche prima di Gaza
La fine dell’operazione Global Sumud Flottila ha immediatamente spaccato l’opinione pubblica: da un lato, chi condanna Israele per aver fermato civili disarmati in acque dove non avrebbe avuto giurisdizione; dall’altro, chi critica la flottiglia stessa, giudicandola una provocazione senza reali ricadute pratiche né per la causa palestinese né per il sostegno umanitario. Il risultato, tuttavia, è stato potente: la vicenda ha risuonato oltre le onde, accendendo proteste e solidarietà in tutto il Paese e catalizzando l’attenzione della comunità internazionale, chiamata ora a pronunciarsi con forza in un clima già segnato da divisioni profonde.


La decisione senza precedenti di Gustavo Petro
La Colombia si è posizionata al centro dell’attenzione internazionale dopo la scelta del presidente Gustavo Petro di condannare duramente le recenti azioni di Israele contro la Global Sumud Flotilla, esprimendo un sostegno inequivocabile alla popolazione di Gaza. Il governo colombiano ha adottato una linea di rottura rispetto al passato, optando per misure concrete che hanno innescato un acceso confronto diplomatico sia all’interno che all’esterno del Paese. Petro ha denunciato la cattura di due cittadine colombiane, Manuela Bedoya e Luna Barreto, impegnate in iniziative umanitarie, definendola senza mezzi termini un “crimine internazionale” e una grave infrazione del diritto internazionale.
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