Garlasco, colpo di scena nelle intercettazioni: “Spunta anche lui” – L’indagine per corruzione che coinvolge l’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, si impone all’attenzione pubblica, superando per rilievo mediatico lo stesso delitto di Garlasco del 2007. La nuova inchiesta, condotta dalle procure di Brescia e Pavia con il supporto dei carabinieri del Reparto Operativo di Milano, si concentra su una presunta corruzione in atti giudiziari che avrebbe coinvolto il magistrato. Al centro, la gestione dell’archiviazione della posizione di Andrea Sempio.
Garlasco, colpo di scena nelle intercettazioni: “Spunta anche lui”
Dopo anni, nuove intercettazioni e documenti emergono, gettando luce su possibili irregolarità e scambi di informazioni riservate. Tra le figure menzionate nei colloqui spunta il nome di “Maurizio“, citato più volte durante le indagini su Sempio. L’identità di questa persona non è stata ancora chiarita, ma secondo gli inquirenti potrebbe aver svolto il ruolo di intermediario tra chi aveva accesso a documenti segreti e la famiglia Sempio. Le indagini si concentrano sulla movimentazione di una somma di circa 35mila euro (secondo la famiglia Sempio, la cifra ammonterebbe a 60mila euro), prelevata in contanti e non più rintracciata. Daniela Ferrari, madre di Andrea, ha dichiarato che il denaro sarebbe stato destinato “agli avvocati” ed impiegato “per avere le carte”, facendo riferimento a documenti coperti da segreto istruttorio e consulenze rilevanti, come quella del genetista Pasquale Linarello. Questi elementi rafforzano i sospetti di accesso illecito a materiale riservato.
Dialoghi chiave nelle intercettazioni
Le conversazioni intercettate descrivono un clima di tensione. In particolare, in una telefonata delle 12:03 del 10 febbraio, Daniela racconta: “È venuto il Maurizio tutto sottovoce: ma perché non hai preso Tizzoni di avvocato? Ho detto: perché Tizzoni è già l’avvocato… dei Poggi… viene là tutto sottovoce, poverino. Eh, ci sono rimasto tanto male per tuo figlio, mi ha detto, povero Maurizio”. Gli investigatori considerano queste parole particolarmente significative per chiarire i rapporti tra le parti coinvolte.
Interrogata sulla reale identità di “Maurizio”, Daniela Ferrari ha risposto: “Non so chi sia Maurizio, l’unico Maurizio che conosco è Mangiarotti, il cugino di mio marito. L’unico Maurizio che mi viene in mente adesso è lui, non ne conosco altri quindi non saprei dire”. Tuttavia, durante una perquisizione nella casa della famiglia Sempio, è stata rinvenuta una fotocopia di un’informativa del Nucleo Investigativo di Milano del 2020 con timbro della Procura di Pavia, il cui percorso resta da chiarire. Ulteriori dubbi sono sorti a seguito di un’intervista rilasciata da Daniela Ferrari a Le Iene. Nel servizio, aveva affermato: “Tizzoni potrebbe aver passato gli atti a Lovati prima dell’interrogatorio di Andrea”, aggiungendo: “Sì, sì. Io ti dico: a noi… non so se glieli ha dati a pagamento o gratis o che… io ti dico e non ti racconto una balla, te lo posso giurare su mio figlio, noi di avvocati abbiamo speso 60mila euro”.
Successivamente, la donna ha cercato di ritrattare, sostenendo che “ha raccontato un mare di balle. Quelle che avete sentito possono essere balle che ho raccontato io, anche perché De Giuseppe mi aveva assicurato che la conversazione sarebbe rimasta riservata”. Gli inquirenti hanno incalzato: “Scusi ma allora è una balla anche che ha pagato 60mila euro di avvocati?”. La replica: “No, assolutamente, c’è anche la Finanza che lo certifica”. E ancora: “Quindi è una balla solo la parte su Tizzoni ed il resto no? La sua risposta alla domanda di De Giuseppe è stata sì senza alcuna esitazione”. Daniela ribadisce: “Assolutamente, gli ho raccontato una balla. Io non ho mai visto Tizzoni passare carte a mio figlio, o a Lovati. Io a Tizzoni non l’ho mai incontrato”.
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