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Chi erano i tre carabinieri morti nell’esplosione, atroce

Luogo dell'esplosione a Castel d’Azzano

Chi erano i tre carabinieri morti nell’esplosione, atroce – Un evento sconvolgente ha colpito profondamente l’Italia: tre carabinieri hanno perso la vita e tredici persone, tra militari, poliziotti e vigili del fuoco, sono rimaste ferite durante uno sgombero a Castel d’Azzano, piccolo comune della provincia di Verona. L’abitazione coinvolta, situata in via San Martino, era da mesi teatro di una contesa legale tra gli occupanti e le istituzioni, e si trovava satura di gas al momento dell’intervento delle forze dell’ordine. Secondo le prime indagini, l’esplosione sarebbe stata provocata intenzionalmente proprio nell’atto di forzare l’ingresso. Due dei tre fratelli residenti sono stati fermati, mentre il terzo risulta tuttora latitante.

Chi erano i tre carabinieri morti nell’esplosione, atroce

La dinamica dei fatti si è delineata rapidamente: la casa era sotto osservazione dopo ripetute minacce da parte degli occupanti, che avevano già dichiarato l’intenzione di opporsi con la forza a qualsiasi tentativo di allontanamento. Per garantire la sicurezza durante l’operazione, erano stati allertati i reparti speciali dei Carabinieri e agenti Uopi, esperti in situazioni ad alto rischio. Il procuratore capo di Verona, Raffaele Tito, ha sottolineato in una dichiarazione la gravità dell’accaduto e il dolore che ha colpito tutte le forze dell’ordine presenti: “È una tragedia incredibile, dei comportamenti assurdi. Da parte mia c’è un dolore incredibile”. L’intervento era stato organizzato in seguito a un decreto di perquisizione, finalizzato anche alla ricerca di bottiglie molotov all’interno dell’abitazione.

All’arrivo delle squadre, l’aria intorno al casolare era già satura di gas. Alcuni militari si sono posizionati sul tetto, mentre altri si sono avvicinati all’ingresso principale. Nel momento in cui la porta è stata aperta, una potente deflagrazione ha investito i presenti, provocando il crollo parziale della struttura e innescando un incendio che ha reso ancora più critica la situazione. I soccorsi sono intervenuti tempestivamente: vigili del fuoco, ambulanze del 118 e personale medico hanno lavorato senza sosta per estrarre i feriti e mettere in sicurezza l’area. Tuttavia, per tre militari dell’Arma non c’è stato nulla da fare. Il bilancio resta gravissimo, con numerosi operatori feriti, alcuni in modo grave, e una delle persone coinvolte nello sgombero che è stata ricoverata in condizioni critiche.

Soccorsi sul luogo dell'esplosione a Castel d’Azzano

Le vittime: chi erano i carabinieri caduti

I nomi delle vittime sono stati resi noti poche ore dopo l’esplosione: Marco Piffari (Luogotenente Carica Speciale), Valerio Daprà (Brigadiere Capo Qualifica Speciale) e Davide Bernardello (Carabiniere Scelto). Tutti prestavano servizio tra Padova e Mestre nei Reparti Speciali dell’Arma. Le comunità locali hanno manifestato il loro cordoglio ricordando la dedizione e il coraggio di questi uomini, che si sono distinti per professionalità e altruismo. Il sindacato SIM Carabinieri ha diffuso una nota in cui si legge: «Ci stringiamo alle famiglie e ai colleghi feriti. Colleghi stimati e amati dove prestavano servizio e dalle comunità, hanno onorato l’uniforme con umiltà, dedizione e altruismo, fino all’estremo sacrificio. Il dolore per la perdita dei nostri tre colleghi è profondo e colpisce tutta la famiglia dell’Arma».

Anche il segretario del sindacato, Antonio Serpi, ha espresso commozione e solidarietà: «Siamo vicini, con rispetto e dolore, alle famiglie dei militari deceduti e ai colleghi feriti. È un giorno nero per l’Arma e per l’Italia intera». La notizia della tragedia si è rapidamente diffusa in tutta Italia, suscitando un’ondata di emozione e vicinanza da parte delle istituzioni e della società civile. A Castel d’Azzano è stato proclamato il lutto cittadino. Centinaia di cittadini stanno portando fiori e candele davanti alla caserma dei carabinieri in segno di rispetto.

Dettaglio dei danni all'abitazione dopo l'esplosione

Le reazioni delle istituzioni: messaggi di cordoglio e solidarietà

Il Presidente della Repubblica e le principali istituzioni hanno espresso il loro dolore per la perdita dei tre carabinieri. Anche la Presidenza del Consiglio ha manifestato la propria vicinanza alle famiglie delle vittime e ai feriti. La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha scritto: “Con profondo dolore apprendo della tragica scomparsa di tre Carabinieri e del ferimento di altri tredici tra militari dell’Arma, Vigili del Fuoco e Polizia, a seguito di un’esplosione avvenuta durante un’operazione di sgombero nel Veronese. Il mio cordoglio e quello del Governo…”. Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato in diretta televisiva: “È probabile che qualcuno dall’interno abbia attivato una bombola del gas”. Il ministro ha sottolineato la difficoltà e la pericolosità del lavoro svolto quotidianamente dalle forze di polizia e ha ringraziato tutti gli operatori per il coraggio dimostrato. Il comandante provinciale dei carabinieri di Verona, Claudio Papagno, ha ribadito la gravità della situazione: “Questa mattina erano diversi i provvedimenti giudiziari che stavamo eseguendo: nell’accedere all’abitazione ci siamo trovati di fronte a un gesto di assoluta follia”.

L’operazione e le fasi dello sgombero

L’intervento delle forze dell’ordine era stato accuratamente programmato sulla base di informazioni raccolte nelle settimane precedenti. I tre fratelli, tutti di circa sessant’anni, avevano già espresso la loro intenzione di opporsi con ogni mezzo a qualsiasi tentativo di sgombero. La presenza di carabinieri specializzati e agenti antiterrorismo era stata decisa per minimizzare i rischi e garantire la sicurezza di tutte le persone coinvolte.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, l’esplosione sarebbe stata provocata dall’accensione deliberata del gas, con l’obiettivo di colpire chi stava entrando. Alcuni carabinieri si erano posizionati sul tetto per avere una visuale migliore e tentare un ingresso alternativo, mentre altri stavano per forzare la porta principale. All’apertura dell’ingresso, la deflagrazione ha investito l’intero edificio, causando il crollo di parte del tetto e la propagazione di un incendio. La devastazione lasciata dalla deflagrazione ha reso particolarmente difficoltose le operazioni di soccorso. I vigili del fuoco di Portomaggiore sono intervenuti con mezzi speciali, mentre le ambulanze hanno trasportato d’urgenza i feriti negli ospedali di Verona e provincia. Una donna di circa sessant’anni, coinvolta nello sgombero, è stata immediatamente ricoverata per le gravi ferite riportate.

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