
Il dibattito sul prezzo delle sigarette si riaccende in Italia a seguito dell’approvazione della più recente legge di bilancio. Il governo ha adottato una serie di misure che porteranno a un rincaro progressivo non solo per le sigarette tradizionali, ma anche per tutti i prodotti collegati al consumo di tabacco, come il tabacco trinciato, i liquidi da inalazione e i prodotti a riscaldamento senza combustione. La finalità dichiarata di questa manovra è duplice: da un lato, disincentivare il consumo di tabacco tra la popolazione, dall’altro sostenere le entrate fiscali in un quadro economico che richiede risorse aggiuntive per il bilancio dello Stato.
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Nuova legge di bilancio: aumenti per sigarette e prodotti da fumo
Il provvedimento, annunciato ufficialmente nella documentazione finanziaria, si inserisce in una strategia di lungo periodo che mira a modificare le abitudini dei consumatori e a reperire fondi senza introdurre nuove imposte dirette. Come spiegato da fonti governative, “la revisione delle accise e la rimodulazione della tassazione sui prodotti da fumo rappresentano strumenti fondamentali per la sostenibilità dei conti pubblici e per la tutela della salute collettiva”.
Il rincaro che interesserà il settore non sarà immediato, ma avverrà in modo graduale: il primo incremento sarà applicato a partire dal 2026, seguito da un ulteriore aumento nel 2027 e un terzo nel 2028. Le tabelle pubblicate dal Ministero dell’Economia illustrano nel dettaglio l’entità delle variazioni per ciascuna categoria di prodotto, offrendo un quadro trasparente degli effetti attesi su prezzi e gettito fiscale.

Le conseguenze della manovra
Secondo gli esperti del settore, questa manovra avrà conseguenze dirette sulle abitudini di acquisto dei fumatori italiani. Alcuni analisti sottolineano come la strategia adottata dal governo si allinei alle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che da anni invita i Paesi membri a utilizzare la leva fiscale per contrastare il tabagismo e ridurre i costi sanitari connessi alle malattie da fumo.
Il nuovo assetto fiscale obbligherà le imprese del tabacco a rivedere le proprie strategie commerciali. Secondo alcuni osservatori, è probabile che le aziende cerchino di contenere gli aumenti per mantenere la competitività, ma resta il rischio di uno spostamento della domanda verso prodotti meno tassati o verso il mercato illecito. Le dichiarazioni dei principali operatori del settore sono improntate alla cautela. Alcuni portavoce hanno sottolineato che “sarà fondamentale monitorare l’evoluzione della domanda e valutare, anno dopo anno, gli effetti delle nuove misure sia sui consumatori sia sulla filiera produttiva e distributiva”.
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