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“È lui”. Alessandro scomparso nel nulla, l’annuncio della mamma: “Mi hanno chiamata e…”

Foto di Alessandro Venturelli, giovane scomparso di Sassuolo

Telefonate e segnalazioni riaccendono la speranza

Una telefonata può spezzare il silenzio e cambiare il corso degli eventi. Per Roberta Carassai, madre di Alessandro Venturelli, ogni chiamata rappresenta una nuova possibilità di ritrovare suo figlio, scomparso da Sassuolo nel 2020. Negli ultimi giorni, numerose segnalazioni da parte di cittadini hanno riacceso l’attenzione sul caso, alimentando la speranza ma anche la prudenza di una madre che attende risposte concrete dopo anni di attesa.

La situazione si è intensificata nelle ultime ore: “Mi hanno chiamata in tanti, ma nessuno mi ha girato immagini. Non ho nulla in mano“, spiega Roberta, che si mostra cauta nel concedere spazio alle emozioni, consapevole dei rischi legati a false piste e illusioni. Ogni segnalazione viene però ascoltata con attenzione, nella speranza che possa rappresentare un passo avanti verso la verità.

Secondo quanto riferito, sono state ricevute decine di telefonate da persone che affermano di aver avvistato un giovane simile ad Alessandro in una grande città del nord Italia. Ogni dettaglio fornito viene ora verificato da volontari e associazioni impegnate nella ricerca di persone scomparse, che stanno seguendo ogni indizio con la massima professionalità.

Questa nuova ondata di segnalazioni ha riaperto una ferita mai rimarginata, ma ha anche rafforzato la determinazione di Roberta e dei tanti volontari che la affiancano. La mamma di Alessandro, però, sottolinea l’importanza di basarsi su elementi concreti: “Aspetto qualcosa di più concreto che mi faccia partire. Sicuramente in quella zona c’è un ragazzo che gli somiglia tanto, ma ora sono più cauta“.


Avvistamenti a Torino: la zona del Duomo sotto osservazione

Le nuove segnalazioni si concentrano su Torino, dove diversi testimoni riferiscono di aver visto un giovane molto somigliante ad Alessandro Venturelli nelle vicinanze del Duomo. L’area interessata comprende via Milano, via XX Settembre e la fermata del tram “Corte d’Appello“, zone note per il passaggio di numerose persone e per la presenza di senzatetto.

Secondo le testimonianze raccolte, il giovane avvistato si sarebbe rivolto ai passanti chiedendo cibo e sarebbe stato visto più volte tra le strade menzionate, probabilmente trascorrendo la notte nei dintorni. Questo elemento ha portato le associazioni e i volontari a intensificare la sorveglianza nella zona, nella speranza di ottenere ulteriori riscontri e, possibilmente, una foto che possa confermare l’identità della persona segnalata.

Roberta Carassai conferma la grande mobilitazione: “Almeno 60 persone mi hanno chiamato da sabato ad oggi. Dicono di aver visto mio figlio a Torino“, afferma, sottolineando come la collaborazione tra cittadini e volontari sia fondamentale nella gestione di questi casi complessi. I controlli procedono senza sosta, coordinati da gruppi specializzati nella ricerca di persone scomparse e dalle forze dell’ordine locali.

Nonostante le difficoltà, la famiglia Venturelli continua a confidare nell’operato degli investigatori e dei volontari. Ogni nuova informazione viene valutata con attenzione, evitando inutili allarmismi ma senza trascurare alcun dettaglio che possa aiutare a fare chiarezza sulla sorte di Alessandro.

La lunga attesa di una madre: tra cautela e determinazione

Dalla scomparsa del figlio nel 2020, Roberta Carassai non ha mai smesso di cercare Alessandro Venturelli. Ha fondato l’associazione Nostos, dedicata al supporto delle famiglie di persone scomparse, e si è fatta portavoce della richiesta di verità per tante altre madri e padri nella sua stessa situazione. Negli anni, Roberta ha imparato a distinguere tra speranza e illusione: “Mi sembra di rivivere quelle settimane in cui sono andata a Bucarest, a Padova… tutti lo vedevano, ma non era lui“, confida, raccontando la difficoltà di affrontare false piste e delusioni ricorrenti.

La sua determinazione resta però invariata: “C’è sicuramente tanta buona fede, ma anche molta suggestione. Se mi arrivasse una foto sarebbe diverso. Stavolta cerco di restare coi piedi per terra“, aggiunge. L’esperienza maturata in questi anni le permette di mantenere un approccio lucido, consapevole che solo elementi oggettivi possono fare la differenza in un’indagine così complessa.

L’attività dell’associazione Nostos continua a crescere, offrendo sostegno psicologico e pratico a chi vive la drammatica esperienza di una scomparsa. L’impegno di Roberta e dei volontari è rivolto non solo alla ricerca di Alessandro, ma anche alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica su un fenomeno che coinvolge ogni anno centinaia di famiglie in tutta Italia.

Ogni nuovo caso di avvistamento viene documentato e trasmesso alle autorità competenti, che valutano la fondatezza delle segnalazioni. La collaborazione con le forze dell’ordine e con le associazioni specializzate rappresenta un elemento chiave per affrontare efficacemente le ricerche e fornire risposte concrete alle famiglie.

Speranza e solidarietà: la forza dei volontari

Accanto a Roberta Carassai, operano numerosi volontari che non si arrendono di fronte alle difficoltà. Ogni segnalazione ricevuta viene attentamente analizzata, con l’obiettivo di verificare la veridicità delle informazioni e di organizzare eventuali interventi sul territorio. L’impegno quotidiano di queste persone rappresenta un punto di riferimento imprescindibile per le famiglie coinvolte, offrendo supporto concreto e una rete di solidarietà preziosa.

La speranza di ritrovare Alessandro resta viva, alimentata dalla determinazione di chi non si arrende. “Mi sento aiutata, ma sogno solo una cosa: riabbracciare mio figlio. Il giorno in cui lo troverò, la nostra associazione sarà ancora più forte e lavorerà ancora di più“, afferma Roberta, riassumendo il sentimento che accomuna tante famiglie nella stessa situazione.

Le ricerche proseguono senza sosta: ogni nuovo indizio viene seguito con attenzione, nella consapevolezza che anche il più piccolo dettaglio potrebbe rivelarsi decisivo. La collaborazione tra cittadini, volontari e istituzioni è fondamentale per garantire la tempestività degli interventi e massimizzare le possibilità di ritrovare le persone scomparse.

L’associazione Nostos invita chiunque abbia informazioni utili a mettersi in contatto con le autorità o con i volontari impegnati nelle ricerche. Anche un semplice messaggio può fare la differenza e contribuire a restituire speranza a chi attende da anni una risposta.

Il fenomeno delle persone scomparse in Italia

Ogni anno in Italia si registrano centinaia di casi di persone scomparse, spesso giovani o individui in condizioni di vulnerabilità. Le ricerche vengono coordinate dal Ministero dell’Interno in collaborazione con le forze dell’ordine, associazioni di volontariato e enti locali. Secondo i dati ufficiali, una parte significativa dei casi si risolve nel giro di poche settimane, ma numerosi restano irrisolti anche dopo diversi anni.

Il caso di Alessandro Venturelli rappresenta una delle storie più note e seguite degli ultimi anni. La sua scomparsa ha suscitato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, contribuendo a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di mantenere alta l’attenzione su questi temi. La collaborazione tra istituzioni e cittadini è fondamentale per aumentare l’efficacia delle ricerche e offrire un sostegno concreto alle famiglie coinvolte.

Le associazioni come Nostos svolgono un ruolo cruciale nella gestione delle emergenze, coordinando le attività di ricerca e promuovendo campagne di sensibilizzazione a livello nazionale. L’obiettivo è duplice: da un lato, aumentare la visibilità dei casi irrisolti; dall’altro, offrire supporto psicologico e legale a chi si trova ad affrontare una situazione tanto complessa e dolorosa.

La storia di Alessandro Venturelli, come quella di tanti altri giovani scomparsi, ricorda l’importanza di non abbassare mai la guardia e di continuare a cercare la verità, con determinazione e realismo.

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