
All’alba, tra le vie ancora silenziose di Bruxelles, la tensione cresce mentre le volanti della polizia federale belga si dirigono verso alcune delle sedi più influenti dell’Unione Europea. Un clima di attesa e incredulità si diffonde tra funzionari e osservatori: poche ore dopo, la notizia scuote il cuore delle istituzioni europee. Federica Mogherini, ex Alta Rappresentante dell’UE per la Politica Estera, è stata fermata nell’ambito di una vasta indagine per frode che coinvolge i più alti vertici della diplomazia continentale.
Il provvedimento, confermato dai principali media belgi, è il frutto di un’articolata attività investigativa che ha portato a perquisizioni multiple e all’acquisizione di documenti ritenuti fondamentali per chiarire presunte irregolarità nell’utilizzo dei fondi UE. L’attenzione degli inquirenti si concentra in particolare sul Collegio d’Europa e sul Servizio europeo per l’azione esterna (EEAS), due istituzioni cardine nella formazione e nell’azione diplomatica dell’Unione. L’episodio segna una giornata delicatissima per la politica internazionale e pone Federica Mogherini, oggi presidente del Collegio d’Europa, al centro di un’inchiesta che potrebbe avere ripercussioni senza precedenti.
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La data del 2 dicembre 2025 e la ricostruzione degli investigator
La data del 2 dicembre 2025 sarà ricordata come uno snodo cruciale: la diplomatica italiana è ora sottoposta a interrogatori e accertamenti formali, mentre le autorità europee lavorano per ricostruire la catena degli eventi e verificare la regolarità delle procedure adottate negli ultimi anni. Il quadro che emerge è quello di un’indagine ampia, che mira a tutelare la trasparenza e la credibilità delle istituzioni comunitarie.
L’operazione, avviata nelle prime ore del mattino, ha visto impegnati numerosi agenti in borghese e specialisti della Procura europea (Eppo), con perquisizioni a tappeto che hanno interessato uffici pubblici e residenze private. Tra i principali obiettivi: l’acquisizione di materiale utile a chiarire i contorni di ipotesi di reato gravi, tra cui frode negli appalti pubblici, corruzione e conflitto di interessi. Il clima è di massima riservatezza, ma la presenza di Federica Mogherini tra i fermati contribuisce a rendere la vicenda di rilievo internazionale.
Le operazioni nei luoghi chiave e gli appalti sotto esame
Sin dalle prime luci dell’alba, una decina di agenti hanno fatto ingresso presso la sede dell’EEAS a Bruxelles, mentre contemporaneamente venivano effettuate perquisizioni presso il campus del Collegio d’Europa a Bruges e in alcune abitazioni private degli indagati. L’azione, coordinata su più fronti, ha permesso di sequestrare una mole considerevole di documentazione amministrativa e informatica.
Secondo quanto riferito dagli inquirenti, l’oggetto centrale dell’inchiesta riguarda il presunto utilizzo illecito di fondi europei negli anni 2021 e 2022. Al centro delle verifiche vi sarebbe l’appalto destinato al finanziamento della nuova Accademia diplomatica europea, una struttura di formazione annuale per diplomatici, sostenuta finanziariamente dall’EEAS e ospitata presso il Collegio d’Europa. Gli inquirenti ipotizzano che alcuni rappresentanti apicali del Collegio abbiano potuto beneficiare di informazioni privilegiate relative alla gara d’appalto, alterando così le condizioni di trasparenza e parità tra i concorrenti.
L’indagine si estende anche a un acquisto immobiliare effettuato dal Collegio d’Europa nel 2022: un edificio a Bruges del valore di 3,2 milioni di euro, destinato a ospitare i partecipanti del programma diplomatico. Le tempistiche dell’investimento, avvenuto immediatamente prima dell’assegnazione di una gara d’appalto da 654.000 euro aggiudicata proprio al Collegio, sono ora al vaglio degli investigatori, che cercano eventuali connessioni tra l’operazione immobiliare e le procedure di finanziamento pubblico.
Il coinvolgimento dell’Ufficio europeo antifrode (Olaf) e della Procura europea, insieme al coordinamento con la polizia federale belga, testimonia la portata transnazionale dell’indagine e la volontà delle istituzioni UE di fare piena chiarezza su ogni aspetto della vicenda.
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