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Tragedia nei cieli, schianto aereo! Tutti morti

Immagine del luogo dello schianto aereo nei Pirenei

Tragedia aerea nei cieli dei Pirenei: un monomotore partito dall’aeroclub di Saint-Girons si è schiantato in una zona impervia dell’Ariège, vicino al confine con la Spagna. Il volo, che avrebbe dovuto essere un rilassante sorvolo turistico, si è trasformato in un dramma che ha lasciato senza vita tutti e quattro gli occupanti. L’allarme è stato dato dopo che il pilota non ha più risposto alle comunicazioni, facendo scattare un’imponente operazione di ricerca in una delle aree più difficili e isolate della regione.

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Le operazioni di soccorso nella zona impervia

La macchina dei soccorritori si è mossa rapidamente, ma le condizioni del territorio – caratterizzato da creste rocciose, pendii ripidi e una vegetazione fitta – hanno reso complicato ogni tentativo di avvicinamento. Due elicotteri specializzati sono stati inviati nella zona, operando tra forti correnti d’aria e ostacoli naturali. È stato un velivolo della gendarmeria a localizzare per primo i resti del velivolo: tra i detriti, solo un ammasso di lamiere accartocciate testimoniava l’orrore dell’impatto.

Le squadre del soccorso alpino hanno raggiunto il luogo della tragedia dopo un intervento definito dagli stessi tecnici “estremamente complesso”. Per i quattro occupanti non c’era più nulla da fare: il violento impatto non ha lasciato scampo. In queste ore le autorità stanno lavorando per mettere in sicurezza l’area e permettere il recupero dei corpi e dei resti dell’aeromobile, mentre la gendarmeria locale conferma che le operazioni richiederanno ancora molto tempo a causa dell’inaccessibilità del sito.

Le prime fasi dell’emergenza e l’intervento dell’ARCC

I primi segnali di allarme sono stati lanciati dal personale dell’aeroclub, preoccupato per la mancanza di comunicazioni dal pilota appena dopo il decollo. La tempestività delle segnalazioni ha consentito di attivare rapidamente la centrale di coordinamento di Lione (ARCC), che ha mobilitato elicotteri e squadre di terra. Tuttavia, la posizione remota – a oltre 2.000 metri di quota e senza vie d’accesso – ha rallentato notevolmente i tempi di intervento.

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