Elena Del Pozzo è stata uccisa a quasi cinque anni dalla madre Martina Patti con ben undici coltellate. Poi la donna si è liberata del cadavere gettandolo in un campo e facendolo ritrovare solo dopo aver finto un rapimento. Un gesto folle che forse trova una spiegazione nel movente della gelosia. Naturalmente, nonostante la madre abbia confessato l’omicidio di Elena, gli inquirenti proseguono le indagini perchè secondo loro ci potrebbe essere un complice. L’unico obiettivo è dare giustizia alla vita di una bambina strappata via troppo presto. Vediamo a che punto sono le indagini. (Continua a leggere dopo la foto)
Omicidio Elena Del Pozzo, svolta nelle indagini: si cerca un complice
Nonostante la confessione di Martina Patti sull’omicidio di Elena Del Pozzo, le indagini non si sono concluse. I RIS stanno infatti cercando di stabilire se si sia trattato di un omicidio premeditato e se la donna avesse avuto un complice. Tutto in effetti sembra essere stato studiato nei minimi particolari. Gli inquirenti hanno deciso di sequestrare le scarpe da ginnastica che la madre ha indossato il giorno dell’infanticidio. Sarà proprio l’analisi della suola ad offrire risvolti utili per capire la dinamica di quanto accaduto. Si cerca infatti di capire se c’è compatibilità di terreno. L’idea è che la madre, subito dopo averla lasciata all’asilo, si sarebbe procurata zappa e pala per scavare la fossa del corpo di sua figlia. Inoltre, la donna, per ora, ha solo confessato il delitto, senza spiegarne i dettagli. Le Forze dell’Ordine ora voglio capire che cosa abbia fatto la donna nei 40 minuti in cui non è stata ripresa dalle telecamere di sicurezza di via Turati a Mascalucia. (Continua a leggere dopo la foto)
L’ultimo saluto a Elena
Il 22 Giugno 2022 si sono svolti i funerali della piccola Elena Del Pozzo. Le parole dell’arcivescovo di Catania Luigi Renna hanno commosso la folla radunata in chiesa: “Quando noi adulti non mettiamo al centro i bambini, perdiamo il metro per giudicare ciò che è davvero importante, come i cristiani e come esseri umani: ed ecco bambini contesi, barattati nella loro dignità e nei loro diritti, resi ostaggio dalla nostra incapacità di amare. Basta con queste violenze! Tutti noi che, come giudici siamo pronti a lapidare sempre qualcuno che ha sbagliato. Ho letto su un muro della nostra città una frase che chiedeva riposo eterno per Elena e tormento eterno per la sua mamma. Non credo che la piccola Elena sarebbe d’accordo con quelle parole, come ogni bambino. E voi genitori, non insegnate la violenza delle parole ai vostri figli, né sui social, né sui nostri muri già abbastanza sporchi. Perché un bambino non è capace di concepire vendette, sedie elettriche, patiboli mediatici e, se impara queste cose, le impara da noi”.