Diana Pifferi è la bambina di 18 mesi morta dopo essere stata abbandonata in casa per sei giorni dalla madre Alessia, ora in carcere. L’ultimo saluto si è tenuto presso la chiesa dei Santi Pietro e Paolo a San Giuliano Milanese il 29 Luglio scorso. A salutarla per l’ultima volta, tra palloncini e fiori, una folla di oltre 150 persone. A un mese di distanza ancora restano nel condominio di Ponte Lambro il suo passeggino e i suoi vestiti stesi al sole. Perchè non sono stati tolti? (Continua a leggere dopo la foto)
Diana Pifferi, l’inquietante notizia sul passeggino: nessuno se lo aspettava
A un mese di distanza ancora restano nel condominio di Ponte Lambro a Milano il passeggino e i vestiti stesi al sole di Diana Pifferi. Questi pochi oggetti sono tutto ciò che rimane della bambina di 18 mesi abbandonata dalla madre in casa e morta di stenti dopo una settimana nel condominio all’estrema periferia milanese. Ancora oggi il portone di casa Pifferi è sigillato dai nastri della Polizia giudiziaria. La madre Alessia in quella casa molto probabilmente non tornerà più. Sarà il tempo a portare via gli ultimi ricordi della bimba. Al momento la signora Pifferi si trova in carcera e per i vicini, come riportato da Fanpage, è l’unico luogo dove dovrebbe restare a vita: “Speriamo resti in carcere tutta la vita”, “Quando non si vuole un figlio, lo si lascia in chiesa” e ancora “Come può una persona sana di mente fare quello che ha fatto lei? Devono buttare via la chiave del carcere”. (Continua a leggere dopo la foto)
L’ultimo saluto alla piccola
L’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, durante i funerali della piccola Diana, ha dichiarato: “Abitare in città dovrebbe significare far parte di una comunità e ogni solitudine dovrebbe trovare rimedio nell’attenzione reciproca e nell’operosa solidarietà. Riconosciamo la nostra impotenza. Preghiamo perché Diana abbia presso Dio quella pienezza di vita e di gioia che le è stata negata sulla terra. Preghiamo perché il dramma incomprensibile risvegli a compassione e a sapienza la mamma Alessia. Infine, preghiamo perché lo Spirito di Dio ci aiuti a essere protagonisti di una storia di fraternità”.