Denise Pipitone, il grave sospetto: le parole di Vittorio Feltri – Continua a far discutere il caso della piccola Denise Pipitone, la bimba scomparsa da Mazara del Vallo il 1 settembre del 2004. All’epoca dei fatti lei non aveva ancora 4 anni. La bambina viveva con la mamma, Piera Maggio, e con Tony Pipitone, il padre che l’ha riconosciuta. In quel paese della provincia di Trapani, da quel giorno hanno preso a cercarla ovunque. In un lungo editoriale uscito su «Libero Quotidiano» il direttore Vittorio Feltri è tornato a riflettere su questa dolorosa vicenda ancora avvolta nel mistero, inserendola in un quadro più ampio. Il giornalista non ha nominato mai Denise Pipitone, se non nel titolo. Tuttavia questi riflette (e invita i lettori a farlo) sulla scomparsa dei minori in Italia. Leggi anche l’articolo —> Denise Pipitone, lacrime improvvise per Piera Maggio: il gesto lascia senza parole
Denise Pipitone e gli altri bimbi scomparsi o vittime di violenze: il sospetto di Vittorio Feltri
All’attenzione di chi legge «Libero Quotidiano» Vittorio Feltri propone alcune statistiche, che definisce «raccapriccianti»: «Soltanto nei primi sei mesi di quest’anno sono state depositate 6.312 denunce di scomparsa di minori (dati Direzione centrale della Polizia criminale). E questi numeri sono in linea con quelli dello scorso anno. In sostanza, spariscono circa 35 minorenni al giorno, più di uno ogni ora, oltre la metà dei quali non vengono più ritrovati, ovvero finiscono inghiottiti in una sorta di buco nero, quindi scompaiono per sempre», l’esordio del giornalista. Lo stesso sottolinea come alcuni vengano ricercati dalle famiglie anche a distanza di anni, come il caso della piccola Denise Pipitone. Altri invece vengono dimenticati, perché magari non hanno familiari. «Nessuno li ama e questa è la ragione per cui sono esposti a qualsiasi tipo di pericolo», rimarca Feltri. (continua a leggere dopo le foto)
L’infanzia negata: “Maltrattata più di ieri, assolutamente non tutelata”
Un articolo dedicato completamente ai diritti dei bambini, agli abusi e al mancato diritto all’infanzia: «Ogni dì la cronaca ci racconta poi di neonati gettati via come rifiuti, infanti massacrati di botte, ammazzati a suon di calci e pugni, lanciati dal balcone o lasciati a morire di fame e sete, in un totale stato di abbandono. Ecco che ne deriva la sensazione che, nonostante i progressi civili e culturali, l’infanzia sia maltrattata oggi più di ieri, assolutamente non tutelata», prosegue Feltri. (continua a leggere dopo le foto)
Denise Pipitone, Vittorio Feltri dedica un editoriale ai bambini vittime di abusi di ogni tipo
Non è però una percezione, ma piuttosto un sospetto: «I numeri sembrano confermare che le violenze sui minori sono aumentate vertiginosamente, toccando cifre record. Sono stati oltre 6.000 i reati commessi a danno di minori in Italia nel 2021, il 64% dei quali contro bambine e adolescenti di sesso femminile (Dossier Indifesa 2022 di Fondazione Terre des Hommes). Dal 2004 al 2021 sono incrementati dell’89%. C’è chi sostiene che in verità i delitti non siano cresciuti, bensì siano lievitate semplicemente segnalazioni e denunce. E questa sarebbe una evoluzione, di cui tuttavia non abbiamo certezza». Secondo Feltri infatti spesso e volentieri gli abusi avvengono tra le mura domestiche, in quel nido non così sicuro come si vorrebbe. E quando l’orco è in casa difficilmente si arriva a denunciare. (continua a leggere dopo le foto)
Dati raccapriccianti: tutto avviene nel silenzio degli adulti
Da qui la chiosa amara di Vittorio Feltri: «Tutte queste dolorose evidenze mi conducono a compiere una inevitabile riflessione: ci occupiamo tanto dei diritti dei gay, come quello di adottare, di diventare genitori mediante procedure come l’utero in affitto, protestiamo per il diritto delle donne a essere chiamate “avvocate”, “ministre”, ma chi diavolo si batte per i diritti dell’infanzia se non qualche storica associazione a questa attività deputata? Succede sempre la stessa cosa: un bimbo crepa trucidato dal babbo o dalla mamma e poi si scopre che i vicini sapevano, vedevano, sentivano, udivano, capivano, eppure se ne stavano beatamente zitti. Questa non è solamente indifferenza. È di più. È molto di più. È complicità». Leggi anche l’articolo —> Denise Pipitone, l’appello a “Ore 14”: spunta la pista rom