Doveva essere una guerra lampo secondo Putin e invece si è trasformata in un vero e proprio conflitto che va avanti da ben diciassette giorni. Nelle ultime ore i bombardamenti in Ucraina si sono intensificati e sono stati aperti anche nuovi fronti: raid aerei russi su Kiev, ancora bombe sulla martoriata Mariupol ma anche a Mycolaiv e nelle città dell’Ovest del Paese, vicino al confine con la Polonia. Mosca avverte: i convogli che trasportano armi occidentali sono “obiettivi legittimi” e “Finlandia e Svezia” devono sapere che una loro adesione alla Nato avrebbe “conseguenze militari e politiche serie”. Anche Bruno Vespa ha deciso di dire la sua su quest’assurda guerra attraverso il suo editoriale. (Continua a leggere dopo la foto)
Guerra Russia Ucraina, Bruno Vespa fa il punto della situazione: “Pagheremo un prezzo altissimo”
Il direttore di Porta a porta, Bruno Vespa, nel suo editoriale su Il Giorno ha espresso il suo pensiero su quello che sta accadendo tra Russia e Ucraina e su come potrebbe evolvere il conflitto. Secondo lui Putin non vincerà la guerra in Ucraina ma tutti noi pagheremo un prezzo altissimo: «È come un film in cui il cattivo muore, ma nell’ultima scena riesce a ferire gravemente il buono. La Russia sta rischiando seriamente la morte economica, prevede già oggi un Pil negativo di sette punti. Rischia il fallimento di Stato e la gente si vede togliere di giorno in giorno tutti i simboli del consumismo occidentale ai quali s’era ormai abituata».
Poi ha aggiunto: «Dal 14 marzo niente Instagram. Il 20/25 per cento dei russi non approva la guerra: una percentuale enorme per un Paese che dall’autoritarismo sta scivolando da tempo nella dittatura. Putin vuole soffocare l’Ucraina prendendo per fame Kiev e altre città. Ma la storia gli ha insegnato poco. L’eroica, meravigliosa resistenza di Stalingrado a Hitler nacque dalla resistenza all’aggressore. La stessa degli ucraini sostenuti da larga parte del mondo con una compattezza mai vista e con armi economiche (e non solo) anche queste da primato».
“Effetti pesantissimi sull’economia”
Sempre attraverso il suo editoriale, Bruno Vespa ha aggiunto: «Ha ragione Draghi quando dice che non siamo all’economia di guerra che per fortuna è tutt’altra cosa. Ma anche noi rinunceremo progressivamente ad abitudini consolidate. Molta gente non ce la fa a fare il pieno con la benzina a 2,30? Quanti metteranno a tavola un pesce aumentato del 50 per cento per il fermo delle barche? E il latte, la pasta. Si rinuncerà ad altre cose, rallentando una ripresa partita bene. Le energie alternative non saranno decisive prima di alcuni anni e con i parchi eolici bisognerà stare attenti al paesaggio, fonte di turismo e quindi di reddito. Abbiamo ammazzato il nucleare, bloccato le trivellazioni, boicottato i rigassificatori: signori, il catalogo è questo. Su percorsi accidentati, gli altri hanno gambe solide, noi fragili».