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Renato Zero, confessione choc: molestie subite da un pedofilo

«Sono fra quelli che si complicano la vita, segno della Bilancia, che non concede prove d’appello, non è mai tollerante soprattutto sugli uomini, mentre con le donne è più accondiscendente». In un intervista concessa al «Corriere della Sera» Renato Zero, uno degli artisti italiani più amati ha ripercorso la sua carriera, svelando retroscena inediti. Non solo, il cantante ha confessato anche un episodio doloroso del suo privato. (continua a leggere dopo le foto)

Renato Zero

Renato Zero, confessione choc: molestie subite da un pedofilo

Il primo concerto con tutto esaurito non lo ricorda più Renato Zero, ma rammenta quello con un solo spettatore: «Vigilia di Natale del ’73 al Folk Rosso. Il proprietario voleva rimborsargli il biglietto e mandarlo a casa. Mi imposi: ‘Ho lasciato la mia famiglia dicendo che sarei andato a lavorare’. Mi esibii per lui che tornò la sera dopo con 22 persone», ha detto il cantante. Il primo disco l’ha prodotto Gianni Boncompagni: «Era un ragazzino impertinente, invadente ma con una carica di vita mostruosa e con una disponibilità rara. Mi portò a fare un provino alla Rca con i pantaloni strappati e la mercanzia in bella mostra, coperta da una felpa, per una spaccata nella trasmissione Bandiera gialla. Dopo due settimane mi chiamò: “Devi venire a cantare”. Sembravo un rospo con la mia vocetta un po’ fastidiosa. Del disco furono vendute una trentina di copie, tanti sono i miei parenti che se le sono comprate». (continua a leggere dopo le foto)

Renato zero

Renato Zero

Gli esordi difficili e la grande personalità

Nel ’73 «No! Mamma, no!», l’album d’esordio: «Quel disco annunciava che sarei stato uno dalle mille facce. La maschera era un elemento di greci e latini, la preferivano alla diplomazia, al falso istituzionale, perché dava vita a un gioco in cui si può mettere alla prova l’intuito. Quando vedo uno che non riesco a decifrare mi viene voglia di guardargli dentro per capirlo. Io dell’apparenza sono stato vittima ogni volta che mi volevano affibbiare un’etichetta solo perché guardavano la confezione. Il bisogno fa l’uomo ladro. Quando hai fame, di qualsiasi cosa, ti fai lucertola, pachiderma, scimmia. Amo i napoletani perché hanno firmato un patto con la vita: non sono gelatinosi, statici. Dovessi presentare un italiano all’estero manderei un napoletano», ha detto Renato Zero. (continua a leggere dopo le foto)

Renato Zero

Renato Zero: “Un giorno mi trovavo a piazza Augusto Imperatore con la retina per le farfalle e il mio cane. Un signore…”

L’anno dopo, in «Qualcuno mi renda l’anima» ha affrontato il tema della pedofilia. Parlando di questo Renato Zero ha fatto una confidenza importante: «La gente mi diceva: Perché parli dei pedofili se non ci sono? Spesso per scrivere le mie canzoni si accendono le foto della memoria. Un giorno mi trovavo a piazza Augusto Imperatore con la retina per le farfalle e il mio cane. Un signore con la patta sbottonata mi chiese: “perché non vieni qui a prendere le farfalline?” Immagini un bambino che assiste a una cosa del genere… Il Renato adulto porterebbe quel signore al commissariato». (continua a leggere dopo le foto)

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Il successo con “Mi vendo”

Dopo il successo di «Mi vendo», la decisione di fondare una casa discografica tutta sua: «La mia libertà l’ho pretesa. Se sei padrone del tuo lavoro nessuno può pilotare il tuo pensiero e la tua personalità. Lucio Battisti diceva: se vuoi l’opera devi prendere l’opera, non il surrogato. La vedova Grazia Letizia difende questa posizione ed è l’unica che può tutelarlo. Lucio pranzava alla mensa della Rca, da solo, non amava fare comunella con i dirigenti. Ma ogni volta che mi vedeva mi invitava al suo tavolo. Si confidava. Il suo pensiero l’ho assimilato. La sua volontà di appartenersi l’ho sposata. Se prima stavo sulle palle ai discografici, a un certo punto ho smesso di sopportarli io». Oggi è sereno: «Non ho infilato pantofole e vestaglia, non ho mai accettato che l’altra piazza del letto fosse abitata. Però amo, non sono vedovo. Quando esco di casa sono a casa, parlo con la vecchietta, il ragazzino. Qualcuno adesso mi chiama pure maestro… sono stato promosso». Leggi anche l’articolo —> Lutto nella musica italiana, addio alla storica cantante. Grave perdita per Renato Zero

 

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