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“Belve Crime”, Bossetti parla del dna sul corpo di Yara Gambirasio

Il contesto carcerario e la vita dietro le sbarre

La scelta di registrare il confronto a Bollate, istituto penitenziario noto per i suoi percorsi rieducativi, aggiunge un ulteriore livello di lettura: Bossetti appare in abiti di ordinanza, seduto a pochi metri da Fagnani, senza barriere di plexiglass, ma sotto l’occhio vigile degli agenti di sorveglianza. Parla della quotidianità fra i laboratori, le lezioni di falegnameria e la convivenza con altri ergastolani, scandita da rigidissimi orari. «Sto pagando un prezzo che non merito», afferma; eppure, quando la conduttrice gli chiede se nutra rancore verso chi lo ha giudicato, risponde che il suo unico desiderio è “far venire fuori la verità”, qualsiasi essa sia.

Perché (ri)parlarne oggi

Dal punto di vista televisivo, l’operazione di Belve Crime rappresenta una doppia scommessa: da un lato, si rinnova l’attenzione su uno dei casi di cronaca nera più seguiti degli ultimi vent’anni; dall’altro, Fagnani prova a testare il formato dell’intervista-in-carcere per capire se l’audience sia pronta a confrontarsi con la voce diretta di chi sta scontando l’ergastolo. La puntata, registrata con rigidi protocolli di sicurezza, promette di fornire elementi di riflessione a chi continua a farsi domande sulle prove, sulle tecniche investigative e sul peso della narrazione mediatica. L’intervista integrale andrà in onda questa sera su Rai 2 in prima serata.

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