Infanzia difficile e il senso di colpa verso la madre
La Rossellini ha ripercorso la propria giovinezza segnata da una lunga malattia: «A 14 anni mi operarono alla schiena. Sono stata malata per un anno e mezzo, ho dovuto reimparare a camminare. Mia madre stette con me tutto il tempo. Mi sentivo in colpa, pensavo di averle rovinato la vita perché aveva smesso di lavorare per accudirmi». Quel dolore fisico e psicologico l’ha resa più attenta alla salute, ma anche più consapevole della fragilità del corpo: «Per tutta la vita mi sono chiesta se avrei potuto camminare ancora». E con estrema sincerità ha ricordato un episodio traumatico: «A 16 anni fui violentata da un ragazzo che mi piaceva. Ci ho messo molto tempo a capire che anche quello era uno stupro».

«Il successo apre porte, ma l’adulazione mi fa soffrire»
La fama, ha spiegato, è stata una benedizione e una condanna: «Del successo mi piace che apre porte, ma non mi piace l’adulazione. Mi mette a disagio». Anche i red carpet, ha confidato, l’hanno sempre fatta soffrire: «Parteciparvi era dura. Il mio difetto? Sono snob. Da ragazza mi dispiaceva quando dicevano che facevo l’attrice solo per i miei genitori». L’ospite ha poi parlato con delicatezza della vita sentimentale: «Ho sempre vissuto il matrimonio come un impiccio burocratico. Non ho mai sognato di sposarmi. Martin Scorsese lo sposai perché lui insisteva. Non volevo divorziare, ma poi mi innamorai di nuovo». Oggi, ha detto, Christian De Sica è come un fratello: «Lo considero parte della famiglia, anche sua moglie è come una sorella per me».
La Rossellini ha confessato che continua a “parlare” con i genitori, Ingrid Bergman e Roberto Rossellini: «Quando le persone care muoiono, non finisce la conversazione. Diventa mentale. Prima di entrare qui ho chiesto a mamma di farmi sentire sincera». Sorridendo, ha ricordato il servizio fotografico con Madonna: «Lei era ossessionata dal sesso, io recitavo. Mi sono divertita di più a fare la suora!». E parlando dei suoi cortometraggi Green Porno, dedicati al comportamento sessuale degli animali, ha concluso con la sua tipica ironia: «I ragni sono tremendi, i maschi imprigionano le femmine e poi vengono mangiati dai piccoli. Ma le patelle sono più evolute: hanno un pene lunghissimo! Gli esseri umani non ci sono ancora arrivati». Un ritratto sincero e sorprendente: la leggerezza di chi ha vissuto tutto, ha perso molto, ma ha scelto di restare libera.