Vai al contenuto
Questo sito contribuisce alla audience di

Benigni e la gaffe al Tg1, scoppia la polemica: cos’è successo

Sacro e quotidiano uniti dallo sguardo di Benigni

La narrazione attraversa tutti i passaggi decisivi della vita dell’apostolo:

  • la chiamata di Gesù,
  • le paure che lo frenano,
  • il rinnegamento,
  • la redenzione,
  • la responsabilità enorme di diventare la “pietra” della Chiesa.

Benigni alterna commozione e sorriso, avvicinando Pietro al pubblico con un equilibrio raro. Sullo sfondo, i giardini del Vaticano diventano un palcoscenico naturale in cui si intrecciano fede, umanità e ironia. Pochi giorni prima della messa in onda, Papa Leone XIV aveva incontrato Benigni al Palazzo Apostolico per visionare in anteprima alcuni estratti dello spettacolo. Il suo commento è stato essenziale ma potentissimo:
«Che bello, parla d’amore». In chiusura dell’Anno Giubilare, un’affermazione che dà al monologo un significato ancora più profondo. Nel dialogo con il Pontefice si è parlato di cinema, letteratura, fede: da La vita è bella alla Divina Commedia, passando per Sant’Agostino. Un confronto che ha trasformato l’evento tv in una riflessione culturale e spirituale più ampia.

Un evento che resta: tra televisione, fede e cultura pop

Il successo della serata conferma l’efficacia dell’esperimento: una narrazione spirituale in prima serata, costruita con il linguaggio dell’intrattenimento senza rinunciare alla profondità. Quel piccolo scivolone al TG1 sembra quasi un’eco del racconto stesso: l’umanità che sbaglia, sorride e si rialza. Ed è forse per questo che il pubblico continua a non smettere di voler bene a Benigni.

Pagine: 1 2
powered by Romiltec

©Caffeina Media s.r.l. 2025 | P. IVA: 13524951004


Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure