Canone Rai, le proposte dei partiti
Il processo di riforma della Rai ha preso il via oggi, segnando l’inizio di un lungo cammino che includerà anche nuovi interventi nel settore dell’editoria, sia per la carta stampata che per il web. Roberto Rosso, senatore di Forza Italia e relatore in commissione, ha rivelato che sono già cinque le proposte presentate, provenienti da diverse forze politiche, tra cui Forza Italia, Movimento Cinque Stelle, Lega e Partito Democratico, che ha presentato due testi distinti. Una nuova proposta da parte di Avs è attesa a breve, e Rosso ha assicurato che “altri testi arriveranno”. (Continua a leggere dopo la foto)
La proposta di Forza Italia e della Lega
Vediamo in breve tutte le proposte partendo da Forza Italia e Lega. La prima proposta di riforma della Rai è stata avanzata da Forza Italia tramite il senatore Maurizio Gasparri. Questo intervento mira a reinstituire la figura del direttore generale, nominato direttamente dal Consiglio di Amministrazione, in sostituzione dell’amministratore delegato, che verrebbe invece indicato dal Governo. Secondo Forza Italia, questa modifica eliminerebbe il legame diretto tra i vertici del servizio pubblico e il Governo.
Dall’altro lato, la senatrice Mara Bizzotto ha presentato, per la Lega, un progetto che prevede l’eliminazione del canone entro cinque anni, accompagnato da un incremento delle risorse derivanti da imposte e pubblicità. Tra i cambiamenti significativi si prevede anche una nuova composizione del Consiglio di Amministrazione, che sarebbe composto da sette membri: quattro nominati dalla Commissione di Vigilanza e uno dai dipendenti. Il mandato per i membri del Cda sarebbe di cinque anni rinnovabili, con le cariche di Presidente e Amministratore delegato nominate direttamente dal presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio, previa consultazione della Commissione di Vigilanza.
Le due proposte del Partito Democratico e quella del M5S
Il Partito Democratico ha presentato due proposte significative per la riforma della Rai. Antonio Nicita suggerisce l’istituzione di una fondazione composta da dieci membri eletti dal Parlamento, dai dipendenti Rai e da altre istituzioni. Questa fondazione avrebbe il compito di formare il Consiglio di Amministrazione (Cda), composto da sette membri, e di nominare il Presidente. L’Amministratore delegato (Ad) sarebbe eletto dal Cda, seguendo il parere della fondazione. Il mandato per i membri sarebbe di tre anni, rinnovabile. Andrea Martella ha avanzato una proposta simile, con una leggera variazione nella composizione della fondazione: undici membri anziché dieci.
Il Movimento 5 Stelle, tramite la senatrice Dolores Bevilacqua, ha presentato un’altra proposta. Prevede un Cda di sette membri, di cui tre nominati dal Parlamento su una lista fornita dall’Agcom e due dai dipendenti Rai. In questo caso, il mandato sarebbe di sei anni, non rinnovabili. Anche qui, il Presidente verrebbe nominato direttamente dal Capo dello Stato, senza l’intervento del Presidente del Consiglio. L’Ad, invece, sarebbe scelto dalla Commissione di Vigilanza con una maggioranza di due terzi, su una rosa di cinque nomi suggeriti dall’Agcom. Infine, le risorse per il servizio pubblico deriverebbero dalla finanza pubblica e non dal canone.