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Garlasco, l’ex pm Venditti rompe il silenzio dopo il blitz a “Quarto grado”

La lettera all’attenzione di Nordio: “Ispezioni sulla Procura di Pavia”

Il legale di Venditti, Giuseppe Aiello, ha scelto di rivolgersi direttamente al ministro della Giustizia Carlo Nordio con una lettera formale, chiedendo l’avvio di un’ispezione ministeriale presso la Procura di Pavia. Nella missiva, Aiello definisce il provvedimento a carico di Venditti come “avvilente e sconfortante”, sottolineando il massiccio impiego di uomini e risorse contro un magistrato incensurato e con una lunga carriera alle spalle. “Spero vi sia altro materiale che giustifichi una simile aggressione, con un massiccio impiego di uomini contro un incensurato servitore dello Stato. Altrimenti l’intero sistema giudiziario si destabilizza. Se un appunto rinvenuto in ambiente familiare di un indagato diventa sufficiente per un’accusa di corruzione, allora vale tutto, ma non parliamo più di Costituzione e garanzie”, ha scritto l’avvocato, evidenziando le criticità che, a suo avviso, emergono dalla conduzione delle indagini.

Aiello ha inoltre precisato che Venditti non ha mai ricoperto il ruolo di gip, né ha disposto archiviazioni in modo autonomo, ma si è occupato del fascicolo Sempio soltanto dopo la condanna definitiva di Alberto Stasi nel 2015, lavorando in coassegnazione con un altro magistrato. Questo dettaglio, secondo la difesa, evidenzierebbe l’assenza di responsabilità diretta dell’ex procuratore nella decisione oggetto dell’indagine. Un aspetto particolarmente delicato è rappresentato dalle fughe di notizie: nella lettera si denuncia come, ancora prima che il legale potesse assistere alla perquisizione, su alcune emittenti televisive scorressero già immagini e commenti sul caso. “Altro che segreto investigativo: tutto avviene in diretta”, si legge nella missiva, a sottolineare la crescente esposizione mediatica che rischia di compromettere la serenità delle indagini e la tutela della privacy degli indagati.

Ripercussioni e interrogativi sulla giustizia italiana

L’inchiesta che coinvolge l’ex procuratore Venditti arriva in un momento di grande attenzione pubblica verso i meccanismi della giustizia italiana, soprattutto in relazione ai casi di cronaca nera che hanno segnato l’opinione pubblica. Il caso Garlasco, con la sua lunga sequela di colpi di scena, continua a sollevare interrogativi non solo sulle responsabilità penali ma anche sulla trasparenza e l’efficacia delle procedure investigativo-giudiziarie. La richiesta di un’ispezione ministeriale rappresenta un segnale forte e raro, che evidenzia la volontà di fare chiarezza non solo sull’operato dei singoli, ma anche sull’intero sistema. In molti, tra addetti ai lavori e semplici cittadini, si chiedono se sia necessario un maggiore controllo sulle modalità di gestione delle indagini e sulla tutela dei diritti delle persone coinvolte. Nel frattempo, la posizione di Andrea Sempio torna centrale nel dibattito, riaccendendo l’attenzione su un caso che ha già visto una condanna definitiva, quella di Alberto Stasi, e ora si arricchisce di nuovi scenari investigativi. La vicenda di Venditti, dunque, si inserisce in un quadro complesso, dove ogni decisione rischia di avere un impatto mediatico e giudiziario di vasta portata.

Il futuro dell’indagine resta incerto e solo i prossimi sviluppi potranno chiarire le eventuali responsabilità e il ruolo effettivo dei protagonisti coinvolti. La comunità giuridica e l’opinione pubblica restano in attesa di risposte concrete, mentre si fa sempre più urgente il dibattito sulla necessità di tutelare la dignità personale e professionale di chi opera all’interno delle istituzioni giudiziarie.

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