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“Che faceva con certe ragazze…”. Garlasco, la rivelazione di Lovati in diretta a Storie Italiane gela tutti

La precisazione dell’avvocato Lovati

A seguito della presa di posizione di Daniele, Lovati ha provato a chiarire meglio la sua affermazione, sottolineando di non sostenere personalmente la veridicità delle presunte guarigioni, ma di riportare voci che circolavano intorno alla figura di Don Vitali. «Ma io sono d’accordo con lei… Ma ciò non toglie che Don Gregorio faceva gli esorcismi per cacciare il male da queste ragazze», ha aggiunto l’avvocato.

Una spiegazione che, tuttavia, non ha attenuato il dibattito, anzi ha aperto un ulteriore fronte di discussione in merito alla commistione tra fede, pratiche religiose e salute mentale.

Confronto tra Lovati e Daniele a Storie Italiane

L’intervento della specialista in studio

Per riportare la conversazione su un piano scientifico, la conduttrice ha dato la parola a una specialista presente in studio, che ha spiegato con chiarezza:
«L’anoressia è un disagio psicologico importantissimo che non si cura certo con l’esorcismo, ma con un percorso psicologico di grande consapevolezza. Le ragazze hanno un disagio profondo che viene da lontano e non si risolve con pratiche religiose».

Parole accolte con approvazione dal pubblico e che hanno riportato il confronto sui binari della competenza medica e psicologica.

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Un tema televisivo ad alta sensibilità

La puntata di Storie Italiane ha dimostrato quanto sia difficile trattare in diretta temi così sensibili, in particolare quando entrano in gioco vicende giudiziarie irrisolte e figure cariche di simbolismo come quella di un sacerdote. La tensione tra l’avvocato e la conduttrice ha messo in evidenza la necessità di una comunicazione televisiva che sappia informare senza scivolare in affermazioni potenzialmente fuorvianti o dannose.

Il caso Garlasco, a distanza di anni, continua così a intrecciarsi non solo con gli aspetti giudiziari, ma anche con riflessioni di natura sociale e culturale che dividono l’opinione pubblica.

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