Durante la puntata di ieri, martedì 23 aprile 2024, di Dimartedì, Giovanni Floris ha introdotto una discussione sul caso Antonio Scurati. Lo scrittore, che doveva essere ospite di Serena Bortone a Chesarà, non si è presentato. Pare che dietro la sua assenza ci sia stata la volontà di censurare le sue parole. Sul tema a Dimartedì, c’è stato uno scontro tra l’attore e scrittore, Ascanio Celestini, e Massimo Magliaro, storico portavoce di Giorgio Almirante. La discussione è degenerata. (Continua dopo le foto)
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A “Dimartedì” si parla di antifascismo
Con l’arrivo del 25 aprile, nei talk show televisivi non si parla altro che di fascismo e antifascismo. Il tema è stato l’argomento principale dell’ultima puntata di DiMartedì, in onda ieri su La7. Pierluigi Bersani è intervenuto dopo il tweet della presidente del Consiglio sul caso Scurati. “Meloni usa un argomento falso ma contundente. Si tratta di un’argomentazione manganello e fatta da un presidente del Consiglio. Invece di rispondere lei deve farlo parlare Scurati e poi dice la sua o la fa dire. Invece si usano argomenti per delegittimare la dignità di una persona. Per questo siamo di fronte ad argomenti manganello”. Ma Bersani non è l’unico a puntare il dito sul centro destra tirando fuori l’argomento del fascismo. (Continua dopo le foto)
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“Dimartedì”, degenera lo scontro tra Magliaro e Celestini
Tutto è partito da un’accusa da parte di Ascanio Celestini a Massimo Magliaro durante una discussione sul numero di morti in Jugoslavia. “Allora lei è fascista…”, gli ha detto lo scrittore. Poi, rivolgendosi all’altro ospite Italo Bocchino, ha rincarato la dose: “Dica che è fascista anche il signore così è anche contento”. Magliaro si è innervosito di fronte alla domanda provocatoria di Celestini. “Io sì, lo sono. E allora? Con questo cosa vuole fare? Chiama i carabinieri? Non ho capito”, ha risposto. Magliaro si è trovato faccia a faccia non solo con Celestini ma anche con Elisabetta Piccolotti, deputata di Sinistra Italiana nel gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, che gli chiedeva conto del perché rispondesse alla domanda se è fascista “fatti miei”.
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