Dayane Mello molestata a La Fazenda, un reality brasiliano molto simile alla Fattoria, andando in onda anche in Italia. Il caso tiene banco in queste ore e sta scatenando un diluvio di polemiche sulla trasmissione, da più parti definita “orrenda e violenta”. (Continua a leggere dopo la foto)
Dayane Mello molestata a La Fazenda, c’è un’ipotesi ancora più inquietante
Ma c’è di più. Libero Quotidiano, in un articolo pubblicato sabato scorso, parla addirittura di stupro nei confronti di Dayane Mello. Secondo la ricostruzione del quotidiano, la violenza nei confronti della ex concorrente del GF Vip sarebbe stata consumata dal cantante Nego do Borel, che l’avrebbe prima molestata più volte. La rivelazione, secondo il quotidiano milanese, sarebbe stata fatta a telecamere oscurate.
E alcune dichiarazioni di Dayane Mello confermerebbero la gravissima accusa nei confronti dell’altro partecipante al reality. Dayane ha infatti lamentato la presenza di lividi su tutto il suo corpo che non sa ben spiegare, con la produzione del reality che starebbe cercando di insabbiare tutto e di far rientrare il caso. Accuse pesantissime dunque che coinvolgono la produzione brasiliana del reality. (Continua a leggere dopo le foto)
I video delle molestie a Dayane
Sempre Libero aveva riportato qualche giorno fa le molestie “in diretta” a La Fazenda subite da Dayane Mello. In Italia c’è grande preoccupazione per le condizioni di Dayane, dopo che sono circolati diversi video davvero allarmanti. Anche i suoi amici della scorsa edizione del GF Vip stanno seguendo la vicenda, con Giulia Salemi e Rosalinda Cannavò che hanno espresso turbamento per quanto sta accadendo, anche perché pare che il reality stia negando alla Mello le cure mediche e l’assistenza legale.
Ma qui si potrebbe andare ben oltre. Se lo stupro o il tentativo dovesse essere confermato, altro che esclusione del programma da parte di Nego do Borel, dovrebbero scattare le manette. Ma l’impressione che si ha, rileva Libero, è che la produzione del reality brasiliano La Fazenda voglia sfruttare mediaticamente il caso. Insomma, orrore nell’orrore.