Le alternative premiano l’offerta informativa e d’intrattenimento
A rendere ancora più difficile la serata di Sarà Sanremo è stata una concorrenza particolarmente ricca sulle altre reti. Chi non ha scelto Rai Uno o Canale 5 ha trovato alternative solide e riconoscibili. Su Rai Tre, Report di Sigfrido Ranucci ha confermato il suo zoccolo duro di pubblico con 1 milione e 523 mila spettatori e il 9,10% di share, dimostrando ancora una volta come l’inchiesta resti un genere molto amato. Bene anche Che tempo che fa sul Nove: Fabio Fazio ha raggiunto 1 milione e 597 mila telespettatori con uno share del 9,60%, numeri che certificano la forza del format anche fuori dalla Rai. Rete 4 ha difeso la sua nicchia con Fuori dal coro, seguito da 652 mila spettatori e il 5,40% di share, mentre Italia 1 ha portato a casa risultati dignitosi con Zelig On, visto da 685 mila persone e il 5% di share.

Un segnale da non sottovalutare in vista del Festival
Il dato che emerge è chiaro: il pubblico si frammenta sempre di più e nemmeno il marchio Sanremo può dare nulla per scontato. Sarà Sanremo paga probabilmente una formula percepita come poco spettacolare e troppo istituzionale, oltre a una collocazione che lo espone a una concorrenza agguerrita. Non è un disastro, ma è sicuramente un campanello d’allarme. In vista del Festival vero e proprio, Rai e produzione dovranno interrogarsi su come coinvolgere maggiormente il pubblico già nelle fasi preliminari. Sanremo resta Sanremo, certo, ma la televisione di oggi non perdona: se l’evento non emoziona davvero, il telecomando vola altrove. E ieri sera lo ha fatto senza troppi rimpianti.