La nascita de “La vita in diretta”
Il vero salto avvenne nel 1993 con Detto tra noi, antesignano de La vita in diretta. “Quando arrivai c’erano Piero Vigorelli e Patrizia Caselli. Piero fu il primo a osare inserendo la cronaca nera al pomeriggio, e Beniamino Placido lo attaccava chiamandolo Pietro Vampirelli”. Agus seguì matrimoni reali, trascorse giorni con Andrea Bocelli a New York, un mese a Cuba tra Papa Giovanni Paolo II e Fidel Castro. “C’era molta cronaca bianca, mi trovavi a casa di una centenaria o al Ballo delle Debuttanti. Erano anni indimenticabili”, ha ammesso. Poi la metamorfosi del programma. “Pensavi di aver fatto un bel servizio, il giorno dopo scoprivi che l’omicidio aveva fatto tre volte i tuoi ascolti. Credo che tutto partì con la vicenda di Avetrana. Non mi sentivo più a mio agio. Io portavo spensieratezza, e ritrovarmi tra un femminicidio e una violenza per tre minuti rischiava di diventare imbarazzante. Per questo nel 2016 lasciai. Preferisco che la gente si ricordi delle mie battute”, ha confessato Agus.


Nostalgia e consapevolezza
“Ho nostalgia di una certa ironia e di un certo cazzeggio, ma non recrimino nulla. Ho preferito tirarmi fuori: mi sono accorto che non c’era più spazio per quella tv serena e un po’ scanzonata. C’è stato un cambio netto di impostazione e questo mi ha fatto soffrire”, ha confessato l’ex inviato. Secondo Agus, oggi la cronaca nera è una presenza fissa: “Alberto Matano è bravissimo, ma è costretto a occuparsi di certi argomenti perché dall’altra parte fanno lo stesso. Spesso si vedono gli inviati di Rai1 e Canale 5 sullo stesso posto, in attesa della stessa intervista”. La carriera lo ha visto anche protagonista al Festival: “Alla metà degli anni Novanta intervenivo dall’Hotel Londra, passavano tutti. Poi con Pif in Sanremo & Sanromolo ci definì sublimi perfino Aldo Grasso”. Negli anni non sono mancati reality e proposte tv, tutte declinate. “Mi hanno contattato per reality e opinionista, ma non mi andava. Nelle case degli italiani preferisco entrare in giacca e cravatta”, ha ammesso. Guardandosi indietro, Agus non rinnega nulla: “Sono tranquillo, in pensione. Non esserci è dura, all’inizio stai male, poi diventi consapevole. Ho lasciato perché non volevo essere un riempitivo tra tragedie. Ho preferito fermarmi. Forse è questa la mia vera eredità: una tv fatta di sorrisi e leggerezza, che oggi manca terribilmente”.