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Garlasco, Andrea Sempio vuota il sacco a Porta a Porta

La questione dei presunti pizzini

Nel corso della conversazione, emerge anche la questione della nota trovata in casa Sempio, un foglio su cui il padre avrebbe scritto “Venditti gip archivia x 20-30 euro”. Andrea chiarisce che si trattava di un semplice promemoria relativo ai costi per ottenere i documenti dell’archiviazione. Aggiunge che tra gli atti figura un elenco più dettagliato delle “spese serie”, dalle parcelle degli avvocati alle consulenze tecniche, affermando: “Mio padre segnava tutto, dalle parcelle degli avvocati a quelle del consulente. Quell’appunto esiste, ma non è ancora uscito sui giornali”.

Il rapporto tra Andrea Sempio e Chiara Poggi: chiarimenti e smentite

Durante la trasmissione “Porta a Porta”, Bruno Vespa incalza Sempio sul vero legame che lo univa a Chiara Poggi. L’indagato respinge ogni illazione riguardo a una possibile relazione sentimentale o un’amicizia stretta, sottolineando la significativa differenza d’età tra lui e la vittima. “Tra me e Chiara c’erano sette anni di differenza. In pratica eravamo due mondi diversi, non avevamo una vita che poteva portarci in contatto.”

Sempio precisa quindi che il loro unico punto di contatto era il fratello di Chiara, Marco, con cui lui frequentava lo stesso gruppo di amici. L’unica interazione diretta e documentata risale all’uso del computer di Chiara, episodio che non si discosta da una normale situazione tra conoscenti.

Vespa affronta anche il tema dei video pornografici presenti sul computer della vittima, chiedendo a Sempio se potesse aver avuto accesso a tali contenuti. L’uomo nega fermamente qualsiasi coinvolgimento o visione di materiali compromettenti: “È vero che ho giocato al pc di Chiara, ma non ho mai avuto accesso al computer, ero sempre con Marco.”

La ricostruzione di Sempio mostra come la sua presenza nella casa dei Poggi fosse circoscritta e sempre in compagnia, escludendo quindi qualsiasi possibilità di interazione privata con il computer della vittima. Questa precisazione intende sgomberare il campo da ulteriori dubbi che hanno animato il dibattito pubblico negli ultimi mesi.

Il peso mediatico e l’isolamento sociale

Il racconto di Sempio si sofferma sul dramma personale vissuto quotidianamente. L’attenzione dei media e la costante presenza di giornalisti sotto casa hanno trasformato la sua routine in una sorta di assedio. Egli non può più muoversi liberamente per le vie di Pavia senza essere riconosciuto, fermato o addirittura ripreso con il cellulare, circostanza che ha alimentato il suo senso di paranoia e insicurezza.

  • La presenza dei giornalisti è divenuta una costante fuori dalla sua abitazione.
  • Le uscite pubbliche si sono fatte rare per evitare situazioni spiacevoli e limitare l’esposizione.
  • Sempio ha interrotto i rapporti con gli amici coinvolti nel caso, nel timore di causare loro problemi o di essere strumentalizzato dai media.

Il clima di sospetto ha reso ogni gesto e parola oggetto di interpretazioni e giudizi, tanto che Sempio sente il bisogno di misurare con attenzione ogni sua azione, persino in ambito familiare. La definizione che lui stesso dà del suo stato psicologico è eloquente: paranoia.

Un futuro incerto tra desiderio di normalità e “fama involontaria”

L’intervista si conclude con uno sguardo rivolto al futuro. Sempio esprime la speranza che, una volta terminata la vicenda giudiziaria, possa finalmente tornare a una vita normale. Tuttavia, egli stesso riconosce che l’eventuale archiviazione della sua posizione passerà in secondo piano rispetto al clamore delle accuse che lo hanno travolto in questi anni. Il suo obiettivo rimane quello di ritrovare l’oblio, di poter camminare tra la gente senza il peso del sospetto e dello stigma mediatico.

Nonostante la sua “fama involontaria”, Sempio dichiara di non avere intenzione di trasferirsi né di nascondersi. Il suo desiderio più autentico è quello di lasciarsi alle spalle il passato, cancellando il capitolo doloroso che lo ha visto protagonista suo malgrado, e riconquistare la serenità e la dignità di una vita anonima.

Il caso rimane tuttora aperto, con nuove indagini e una rinnovata attenzione pubblica. Ma la vicenda di Sempio rappresenta anche il racconto di un’esistenza sospesa, segnata da una lunga e difficile ricerca di giustizia e normalità.

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