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Caso Garlasco, l’annuncio di Garofano ribalta tutto su ignoto 3

Focus sull’arma del delitto e compatibilità delle ferite

Garofano si è espresso anche sull’arma del delitto, tema chiave per le indagini. La sua analisi coincide con quella del dottor Testi, secondo cui le ferite riportate dalla vittima sarebbero compatibili con un solo strumento. “L’ipotesi più attendibile è di un solo strumento e che quelle ferite sulle palpebre sarebbero state provocate dallo stesso strumento. Il dottor Testi poi ipotizza un martello utilizzato di taglio”, ha spiegato Garofano, rilanciando una teoria già discussa nei processi precedenti.

Attenzione all’uso di tecnologie moderne su reperti storici

L’ex comandante ha inoltre lanciato un monito sull’impiego delle nuove tecnologie investigative per l’analisi di reperti risalenti a 18 anni fa: “Diciotto anni sono un termine temporale in cui le cose sono cambiate notevolmente, per cui ragionare oggi con le possibilità di oggi rispetto ai risultati di ieri può essere fuorviante”. Secondo Garofano, c’è il rischio di reinterpretare arbitrariamente quanto già stabilito in sede giudiziaria, trascurando i punti fermi del lungo iter processuale.

Conclusioni e riflessioni sul caso Garlasco

Garofano ha concluso il suo intervento con una riflessione rivolta a chi segue il caso con particolare attenzione: “Tutto quello che sta emergendo spero non faccia altro che confermare ciò che è stato deciso nella sentenza che ha visto poi la condanna di Alberto Stasi. Perché sembra che adesso tutto quello che è stato stabilito venga terribilmente banalizzato. C’è un riferimento, discutiamone criticamente, facciamo altre analisi. Però non possiamo cancellarlo, perché altrimenti è tutto discutibile e si crea soltanto tanta confusione”. Un richiamo alla cautela nell’interpretazione delle nuove evidenze che continuano ad alimentare il dibattito intorno a uno dei casi di cronaca più discussi della storia recente italiana.

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