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Garlasco, è scontro tra gli avvocati di Stasi e Sempio

Il commento di esperti e giornalisti

La giornalista e politica Ilaria Cavo ha riconosciuto che la contaminazione “non dovrebbe esserci”, ma ha aggiunto che questo non mette in discussione l’intera indagine. A suo avviso, la notizia principale è che non è emerso un nuovo profilo genetico che possa portare a un diverso sospettato.
Più severa la posizione di Rita Cavallaro, che ha definito il caso “gravissimo e inaudito”, chiedendo alla nota anatomopatologa Cristina Cattaneo di approfondire cosa sia accaduto in sala autoptica. Cavallaro ha rilanciato anche due piste investigative: l’ipotesi di un duplice strumento per l’omicidio e la revisione dell’orario della morte di Chiara.

Le indagini e i nuovi scenari

Casale ha ribattuto che la vera notizia non è l’assenza di Ignoto 3, ma il fatto che la Procura stia riesaminando tutti gli elementi mai approfonditi a fondo, compresi gli altri profili genetici ignoti.
De Rensis, citando Cavallaro, ha parlato di “56 errori investigativi” legati a Ignoto 3, aggiungendo che ciò che si conosce pubblicamente rappresenta “forse il 10%” dell’intera inchiesta. Tra le priorità ha citato l’analisi BPA (Bloodstain Pattern Analysis) e l’esame delle dita di Chiara Poggi.

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L’inasprirsi dello scontro in diretta

Lovati ha rilanciato: il vero effetto dell’episodio di Ignoto 3 sarebbe quello di far “perdere” il cosiddetto “partito del concorso” — la teoria della complicità nell’omicidio — sostenendo che bisognerebbe concentrare gli sforzi sull’individuazione del killer, non di eventuali complici.
De Rensis ha ribattuto con fermezza: “Prima di dire che il partito del concorso ha perso, aspettiamo i risultati della BPA. Dopo diremo chi vive e chi muore”.

L’incidente verbale e la precisazione

A questo punto, Ilaria Cavo è intervenuta con un commento che ha gelato lo studio: “Per ora è morta Chiara, mi perdoni avvocato. Ricordiamolo!”. La frase, uscita “spontaneamente”, ha suscitato un momento di tensione.
De Rensis ha chiarito che il suo “chi vive e chi muore” era solo una replica al collega Lovati e non intendeva in alcun modo riferirsi alla vittima. Cavo ha accolto la precisazione, definendola “doverosa”.

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