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Garlasco, l’avvocato di Stasi interviene a “Mattino 5”: “Un missile”, per chi si mette male

News tv. “Missile in arrivo”: L’avvocato di Stasi tuona a “Mattino 5”, per chi si mette male – Nel giallo di Garlasco, la vicenda dello scontrino di Vigevano si arricchisce di nuovi, clamorosi sviluppi. Quello che per anni è stato indicato come il principale alibi di Andrea Sempio, oggi unico indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, potrebbe rivelarsi falso. Un’accusa pesantissima, che, se confermata, rischia di trasformare quel pezzo di carta in un vero e proprio boomerang giudiziario.

Garlasco, l’avvocato di Stasi: “Se è falso, è un missile per Sempio”

A dirlo chiaramente è l’avvocato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio della giovane di Garlasco: «Se si rivelerà falso, lo scontrino di Vigevano può diventare un missile per Andrea Sempio». Parole pronunciate nel corso di Mattino 5, dove l’avvocato ha sottolineato come la Procura di Pavia stia ora vagliando una nuova testimonianza chiave. Secondo questo super testimone, lo scontrino non sarebbe mai appartenuto a Sempio: gli sarebbe stato fornito da terzi, per costruire un alibi a posteriori. Una versione che trova eco anche nelle parole dell’avvocato Fabrizio Gallo, legale di Massimo Lovati, che ha definito il reperto «un falso». Se così fosse, verrebbe meno la prova che collocava il 38enne lontano da Garlasco la mattina del 13 agosto 2007, giorno in cui Chiara Poggi venne trovata morta nella sua abitazione.

Le possibili conseguenze penali

In Italia, fornire un falso alibi o produrre prove contraffatte in un procedimento penale è un reato grave. L’articolo 372 del Codice Penale – quello sulla falsa testimonianza – punisce con la reclusione da due a sei anni chi dichiara il falso o nega il vero davanti all’autorità giudiziaria. La pena può arrivare fino a sette anni se le menzogne contribuiscono a provocare danni gravi, come la condanna di un innocente. Nel caso Sempio, dunque, se l’ipotesi del falso dovesse trovare conferma, si aprirebbe un fronte giudiziario completamente nuovo. Non solo, “Leggo” riferisce pure: “Altri reati connessi includono il favoreggiamento personale (art. 378 C.P.), punibile con fino a 4 anni di reclusione se si aiuta qualcuno a eludere indagini, con aggravanti per reati gravi come mafia o terrorismo. Inoltre, fornire un falso alibi in documenti ufficiali può configurare il falso ideologico (art. 479 C.P.), con pene da 1 a 6 anni, o l’intralcio alla giustizia (art. 377 C.P.), punito con 1 a 5 anni”.

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