Ignoto 3 e la questione del DNA: la nuova pista investigativa
Un momento centrale del dibattito ha riguardato la figura di “Ignoto 3”, identificata nel DNA rinvenuto nella bocca di Chiara Poggi. Questo elemento, potenzialmente determinante per la revisione del caso, è stato descritto da un’esperta in studio, che ha spiegato come il DNA possa essere confrontato qualora sia ancora ben conservato, ma che senza elementi da comparare, la traccia “non serve”.
Giuseppe Brindisi ha commentato: “La presenza di Ignoto 3 riscrive tutto”. De Rensis ha aggiunto: “La contaminazione non deve accadere. Bisogna cercare assolutamente Ignoto 3, perché se viene identificato, Alberto Stasi esce”. Angela Taccia si è opposta con forza all’ipotesi di complici per Sempio: “Sembra che si voglia cercare per forza degli ignoti vicino al mio assistito. Non vorrei che, visto il fatto che non esce nulla su Andrea Sempio, ci si accanisse troppo per giustificare il capo d’imputazione alquanto bislacco”. Un altro punto di discussione è stato il tampone orale contenente una garza mai analizzata, in cui è stato individuato proprio il DNA di Ignoto 3. La maggioranza degli ospiti ha convenuto sull’importanza di proseguire le indagini: “Se sappiamo che c’è un Ignoto 3, dobbiamo tutti chiedere giustizia”.
La tensione è aumentata quando Giuseppe Brindisi ha chiesto a Stefano Zurlo se fosse opportuno parlare di “cappellate” in una vicenda tanto delicata. Zurlo ha risposto: “Non lo è, ma errori del genere si sono già visti in altri casi”. Antonio De Rensis ha quindi preteso chiarimenti sul verbale dell’interrogatorio di Sempio: “Se l’interrogatorio è finito e c’è una firma, mi dice come mai c’è scritto che è durato quattro ore?”. Zurlo ha avanzato l’ipotesi che il verbale sia stato lasciato aperto, ma De Rensis ha protestato: “No, vabbè. Mi arrendo, non dico più niente”.
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Gestione della tensione in studio: intervento del conduttore
Nel corso della puntata si è discusso anche dell’ambulanza chiamata per il presunto malore di Sempio. Angela Taccia ha spiegato che inizialmente aveva dimenticato l’episodio, ma successivamente ha chiarito che il suo assistito aveva assunto due Tachipirina 1000, risultando così stordito: “Per sicurezza hanno chiamato l’ambulanza”. De Rensis, rivolgendosi al conduttore in merito alle dichiarazioni di Zurlo, ha affermato: “Lei prima mi ha invitato alla calma. Però io sono dispiaciuto e avvilito per coloro che dovrebbero essere i guardiani: che un giornalista di giudiziaria possa dire ‘è andato via e hanno lasciato il verbale aperto’ è un orrore. Non deve accadere”.
Il confronto in studio si è acceso al punto da rendere necessario l’intervento di Brindisi, che ha più volte richiamato all’ordine e spento i microfoni per ristabilire la calma: “Però si calmi, avvocato”. Il caso Garlasco, a vent’anni dall’omicidio, continua dunque a sollevare interrogativi e divisioni, mentre le nuove piste investigative mantengono alta l’attenzione pubblica.