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Garlasco, l’annuncio dell’avvocato Lovati: si chiude tutto così. Perché parla solo ora (VIDEO)

Il parere di Gian Luigi Tizzoni, avvocato della famiglia Poggi

Durante il confronto, Gian Luigi Tizzoni, storico legale della famiglia Poggi, ha precisato che le novità investigative non sostituiscono quanto già accertato a carico di Alberto Stasi. “Quello che sta emergendo non sostituisce e non si contrappone con quello che è stato accertato a carico di Alberto Stasi”, ha dichiarato, sottolineando l’importanza di distinguere tra i diversi elementi emersi. Ha inoltre fornito un esempio esplicativo: “Io avrei capito questo contenzioso se si stesse discutendo sullo stesso indizio che viene attribuito a tutti e due. Ad esempio il dispenser del sapone, c’è l’impronta di Stasi e viene trovata l’impronta di Sempio e lì avrei capito il dubbio. Se voi riflettete, però, nessuno degli elementi che emergerebbero a carico di Sempio toglie quelli che erano stati già attribuiti a Stasi e questo è un elemento che ci deve far riflettere”.

Un momento della discussione in studio su Garlasco

Giuseppe Brindisi: analisi sul lavoro della Procura

Nel corso della trasmissione è intervenuto anche Giuseppe Brindisi, volto noto di Mediaset, che ha evidenziato la solidità delle indagini coordinate dalla Procura di Pavia. Brindisi ha infatti affermato: “Io credo che queste indagini scientifiche, e quindi l’impronta 33, quello che si troverà, secondo quello che stabilirà la genetista Albani sulle unghie di Chiara, servano soltanto, usando un’espressione dell’avvocato De Rensis, a delimitare il recinto dell’indagine, perché poi non si trovino delle sorprese”. Ha inoltre aggiunto: “Io credo che la Procura abbia molto di più di quello che riguarda le indagini scientifiche e si basi molto sulle indagini cosiddette tradizionali. Bisogna soltanto, probabilmente, aspettare. Napoleone, che non è un magistrato inesperto, anzi, è vicino alla pensione, non credo che voglia macchiare la sua carriera con un’indagine basata sul nulla”.

Le parole di Brindisi hanno evidenziato come le indagini non si limitino alle analisi scientifiche, ma comprendano anche accertamenti classici, testimonianze e riscontri contestuali. Secondo il giornalista, la magistratura avrebbe già iniziato a ricostruire un quadro molto più articolato rispetto a quanto emerso. La puntata si è conclusa con una sensazione di attesa. Da un lato, il 18 dicembre rappresenta una possibile svolta per la vicenda; dall’altro, resta la consapevolezza che le prossime settimane potrebbero offrire ulteriori elementi di chiarimento. Nel frattempo, rimangono coinvolti le famiglie, le parti processuali e un’intera comunità che, a distanza di anni, cerca ancora risposte sugli eventi del 13 agosto 2007.

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