Ipotesi sul contatto del Dna: spiegazioni tecniche
Giletti ha posto l’interrogativo centrale: come sia possibile che il Dna della famiglia Sempio sia stato trovato sulle unghie della vittima. Cataliotti ha risposto: “Noi del pool difensivo non ci siamo fermati al dato giuridico. Sarebbe facile trincerarci dietro questa valutazione giuridica, ma abbiamo voluto prendere in considerazione anche l’ipotesi – che non è scellerata ed è possibile – che tale valutazione, seppure sia non replicata, un valore ce l’abbia, sia pur come prova o come indizio che ci sia stato un contatto – non sappiamo di quale natura – fra una superficie toccata da Chiara Poggi e una toccata da Andrea Sempio”.
Secondo la difesa, la permanenza del Dna su una superficie può estendersi anche per decenni. Cataliotti ha precisato: “Il Dna su una superficie può rimanere 27 anni. Il dubbio che ci siamo posti noi è: ammesso che Chiara quella mattina possa essersi lavata le mani, il che è altamente verosimile, può essere venuta a contatto con superfici che fossero abitualmente toccate, sia pur non in un tempo immediatamente precedente, una, due o tre settimane prima dal nostro cliente”.
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Assenza di tracce di Stasi: il confronto in studio
Il conduttore ha manifestato perplessità circa l’assenza di Dna attribuibile a Stasi e la presenza di quello collegato alla famiglia Sempio. Cataliotti ha ribattuto: “Questo è un grande equivoco. In realtà non è oscuro ed è facilmente spiegabile. Il reperto di Dna trovato sulle mani di Chiara Poggi – non possiamo dire se è stato rinvenuto sopra o sotto le unghie – è un aplotipo Y misto, cioè lasciato da più persone, 2 o forse di più. Semplicemente vi era un reperto più facilmente isolabile, cioè quello che poi è stato comparato con Stasi, Sempio e gli altri frequentatori della casa, e quello parrebbe essere riconducibile alla famiglia Sempio. Questo non esclude che invece quello che era ancora più deteriorato fosse riconducibile ad altri. Questa è la vera risposta”.
Il tema si è acceso ulteriormente quando è stata citata l’unghia non analizzata dai Ris e il relativo ritrovamento di Dna: “Sull’unica unghia che non è stata toccata e analizzata dai RIS all’epoca è stato trovato molto Dna riconducibile alla linea familiare maschile dei Sempio. Non la fa pensare almeno questo?”. Cataliotti ha rimarcato: “Ma questo dato lei da dove lo ricava? Certamente non dalla perizia Albani”. Giletti ha concluso: “È un’indiscrezione che ho avuto”, con la risposta del legale: “Quando l’indiscrezione diventa la prova, io ragionerò su questa prova”.

Esame degli alibi e valutazione del movente
Si è discusso anche del presunto alibi rappresentato dallo scontrino del parcheggio di Vigevano. Cataliotti ha precisato: “Io so che l’originale di quello scontrino non è mai stato sequestrato, so che ne parlò il 4 ottobre del 2008, quando è stato sentito come testimone. Non so invece se gli sia stata chiesta espressamente la consegna, e non lo so perché la domanda venne rappresentata con l’acronimo di ‘A domanda rispondo’ e quindi non si sa quale fosse la domanda, se gli abbiano chiesto: ‘Hai la prova di dove fossi o meno?’. Vi dico che se fosse un processo non sarebbe un alibi, non lo sarebbe perché non indica la targa dell’auto, né tantomeno il nome di chi quella macchina l’ha utilizzata quella mattina, quindi è improprio definirlo alibi. Certo è che se si rivelasse un’informazione falsa…”. Alla richiesta di precisazione, l’avvocato ha concluso: “Se quell’affermazione fatta da Andrea Sempio risultasse falsa, un rilievo, sia pur indiziario, questo scontrino lo avrebbe. Non lo nego”.
Si è affrontato infine il tema dei presunti video intimi presenti sul computer di Chiara Poggi. Alla domanda diretta di Giletti, Cataliotti ha risposto: “Andrea Sempio non ha mai visto nessuna immagine intima che riguardasse la sorella di Marco Poggi, né risulta da alcun atto processuale che ciò sia avvenuto. Fino al momento in cui non risulterà… credo che siamo nel campo delle ipotesi, per non dire delle illazioni”.
La trasmissione si è conclusa con il ringraziamento del conduttore e la volontà, espressa da Cataliotti, di continuare a partecipare al dibattito mediatico: “Io tornerò molto volentieri e aggiungo che le critiche che vengono rivolte alla nostra difesa, alla nostra posizione, sono il bene più prezioso ai fini di una difesa e, dal suo punto di vista, di un’informazione a 360°, quindi grazie dell’invito. Tornerò volentieri”.