La reazione in studio e la correzione di Landini
Il conduttore Giovanni Floris ha subito richiamato l’attenzione sulla gravità dell’espressione utilizzata, sottolineando: “Cortigiana verrà ripreso, perché è un termine in qualche modo sessista. Intende dire: stare sulla scia di Trump senza incidere?”. Un tentativo di riportare la discussione su un piano più sobrio e rispettoso, evitando che la tensione degenerasse.
Colto di sorpresa dalla reazione, Landini ha cercato di precisare il proprio pensiero: “Beh, certo. Intendo stare alla corte di Trump, essere il portaborse di Trump”. Nonostante la rettifica, le sue parole hanno continuato a suscitare critiche trasversali, provenienti anche da esponenti e opinionisti vicini al mondo progressista.
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Il ruolo dei social e la posizione della Cgil
La tempesta mediatica non si è limitata agli studi televisivi. Online, la discussione si è rapidamente accesa tra chi condanna le parole di Landini e chi, invece, cerca di relativizzarne la gravità. Alcuni utenti hanno richiesto l’intervento ufficiale della Cgil, chiedendosi se il sindacato prenderà le distanze dall’esternazione del proprio segretario generale. Al momento, dai canali ufficiali non sono arrivate dichiarazioni formali in merito.
Il leader sindacale non è nuovo a interventi controversi durante le sue frequenti apparizioni televisive. In particolare, la sua partecipazione a DiMartedì è spesso interpretata come una strategia per mantenere alta la visibilità del sindacato, in un periodo in cui la Cgil attraversa difficoltà nel dialogo con i settori più giovani e con il mondo del lavoro privato. La questione linguistica e la scelta delle parole sono diventate centrali anche nell’ambito della comunicazione politica, dove ogni termine può essere amplificato e strumentalizzato. In questo caso, l’uso di un termine percepito come sessista da parte di un leader attivo nella difesa dei diritti e dell’uguaglianza ha rappresentato un elemento di forte discontinuità rispetto alla linea tradizionale del sindacato.