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“Che peccato”, la serie Doppio Gioco non regge lo scontro: l’errore al debutto di Mastronardi

Ascolti tv: un’occasione bruciata per Mediaset

Il problema non è certo la qualità della serie televisiva Doppio gioco. Il problema è quando è stato mandato in onda. Programmata in prima serata il 27 maggio, la serie si è scontrata con un periodo notoriamente ostile per la tv generalista: il primo caldo di fine maggio, che allontana gli spettatori dagli schermi e svuota il prime time. Non a caso, Rai 1 ha già cominciato da settimane a riproporre repliche, evitando di “sprecare” novità inedite in un contesto sfavorevole. E mentre Canale 5 rischia con un prodotto nuovo, la platea televisiva cala: “Una perla buttata via”, si legge nei commenti.

L’errore di collocazione è evidente. L’impressione è che Doppio gioco sia arrivata “fuori tempo massimo”, sacrificata in un palinsesto che pare ignorare le dinamiche stagionali dell’audience. Il rischio ora è che una fiction di alta qualità – proprio quella che Mediaset cercava da tempo – finisca per non avere la visibilità che merita.

Serie tv italiana di qualità, ma mal gestita

Chi ha visto Doppio gioco sa che non si tratta della solita fiction. Il lavoro di regia, le scelte narrative e soprattutto l’equilibrio tra tensione e profondità psicologica collocano il prodotto ben sopra la media della programmazione nostrana. In particolare, la performance di Alessandra Mastronardi, per molti la miglior prova della sua carriera recente, ha convinto critici e fan: “Elettrizzante”, “Trama avvincente”, “Un noir all’italiana che non scimmiotta Netflix ma osa”, scrivono in molti su X.

L’intesa con Max Tortora, volto solitamente comico che qui si reinventa in chiave drammatica, è uno dei punti forti del progetto. La serie è ambientata tra Roma e località meno battute, con una fotografia che valorizza i contrasti urbani e i chiaroscuri emotivi dei personaggi. Tutto funziona, o funzionerebbe – se solo fosse stato pianificato meglio.

Un altro dettaglio rilevante: il confronto con le altre proposte della serata. Doppio gioco ha battuto il remake americano di Doc – Nelle tue mani, fermo all’11,6%. Ma non è bastato. La sfida con Belve, condotto da Francesca Fagnani su Rai 2, ha ulteriormente frammentato l’attenzione del pubblico, già ridotta da una stagione che ormai guarda all’estate.

Fiction tv italiane e ascolti: da Rosy Abate ai successi Rai

In questo contesto anche per una perla come “Doppio gioco” il confronto con altre serie tv italiane recenti è impietoso. Alcuni titoli hanno dimostrato come, se ben collocati e supportati da una campagna promozionale efficace, possano toccare dati di share decisamente superiori. È il caso di Rosy Abate, spin-off di Squadra Antimafia, che su Canale 5 ha superato il 20% di share nella sua prima stagione, (arrivando oltre al 25% nella puntata conclusiva della seconda stagione) catalizzando l’attenzione del pubblico grazie a un personaggio già iconico e a una programmazione studiata nei minimi dettagli.

Lo stesso discorso vale per alcune fiction di punta di Rai 1, da Mare Fuori (poi migrata su Rai 2 e Netflix) fino a titoli come Che Dio ci aiuti e L’amica geniale, capaci di trasformarsi in veri e propri eventi culturali. L’elemento comune? Un palinsesto mirato, lancio strategico e spesso l’abilità di intercettare i gusti trasversali del pubblico generalista. Tutti fattori che, nel caso di Doppio gioco, sono mancati clamorosamente, nonostante la qualità della produzione.

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