Il campo largo “che non esiste”
Il direttore del TgLa7 ha poi affondato il colpo definendo il progetto Schlein-Conte «una costruzione teorica, che nei fatti non esiste». Parole pesanti, ma confermate dai numeri e dal malcontento crescente tra gli stessi sostenitori della coalizione.
Mentana ha ricordato come il concetto di “campo largo” si rifaccia a una visione studentesca e collettiva, ma che oggi appare anacronistica e inefficace. La politica moderna – ha spiegato – ha bisogno di un simbolo riconoscibile, di un leader in grado di parlare al cuore e alla pancia degli elettori. Senza questo, ogni campagna elettorale rischia di diventare una replica della precedente: una sconfitta annunciata.
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Silenzio in studio e reazioni a catena
Dopo le parole di Mentana, in studio è calato un gelo palpabile. Nessuno ha tentato di contraddirlo apertamente, segno che la diagnosi del direttore coglie nel segno anche per chi, nel campo progressista, sperava in un esito diverso.
Sui social, le sue parole sono diventate virali in pochi minuti: c’è chi lo accusa di essere troppo severo e chi, invece, lo elogia per la lucidità. Ma un dato resta: il campo largo continua a non decollare. E mentre il centrodestra consolida la sua leadership, la sinistra sembra ancora prigioniera di se stessa.
