Gli attori italiani portano Netflix in tribunale: da Elio Germano a Neri Marcorè, passando per Michele Riondino
«La Direttiva Copyright ha chiarito che le remunerazioni degli artisti devono essere adeguate e proporzionate ai ricavi. Invece ci troviamo davanti a un sistema in cui le piattaforme, senza fornire tutte le informazioni previste dalla legge, chiudono accordi al ribasso e poi cercano di imporre le stesse cifre a tutto il mercato, così da tenere i livelli dei compensi degli artisti sempre molto bassi», ha spiegato Michele Riondino. «Ci assumiamo questa responsabilità perché le scelte che vengono fatte oggi riguardano tutti e avranno ripercussioni sul presente e sul futuro di tanti artisti e di tante generazioni. Anche quelle che verranno dopo di noi, quindi a brevissimo», ha affermato Valerio Mastandrea. Tutte considerazioni forti quelle degli attori italiani riportate oggi in un articolo uscito sul quotidiano «Repubblica». (continua a leggere dopo le foto)
Le parole di Paolo Calabresi
«Gli artisti chiedono nuovamente che il Governo e le Autorità di settore prendano una posizione chiara nei confronti di questa prassi, così come è avvenuto per il settore dell’editoria», ha affermato Paolo Calabresi.