Il monito di Alessia Fabiano alle donne
“Sono stata vittima, non mi hanno detto che non sarebbe stato riassorbibile. Io ho fatto a mia insaputa una sorta di silicone, si chiama acido metacrilato” (gossip.it).
Il risultato, visibile ancora oggi, è un gonfiore che la segue come un’ombra. Ogni volta che qualcuno le chiede “Ma cosa hai fatto?”, Alessia sa che non si tratta di una scelta estetica mal riuscita, ma di una sostanza che non se ne va, radicata nella sua mucosa. Toglierla significherebbe affrontare un intervento chirurgico invasivo, e lei confessa la sua paura degli aghi, la sua fragilità. Per questo prova ad affidarsi al laser, sperando che la tecnologia possa lenire là dove la medicina ha tradito.
Fabiani lancia un messaggio chiaro, quasi un grido:
“Il mio è un monito a tutte le ragazze e anche a tutte le donne, innanzitutto informarsi su quale sostanza si sta iniettando”.
Michela Ferrante: un corpo segnato, una vita sospesa
Se la vicenda di Fabiani scuote per la disillusione estetica, quella di Michela Ferrante colpisce per la brutalità di un destino che intreccia malattia, dolore e fiducia mal riposta. Ex modella, aveva già affrontato una battaglia estenuante contro un’endometriosi al quarto stadio, che l’aveva lasciata svuotata e indebolita. Cercava un modo per riappropriarsi del suo corpo, per restituire luce a un volto segnato dalla fatica. La soluzione proposta era un filler autogeno, con grasso prelevato dal fianco e reiniettato sotto gli occhi (ilsussidiario.net).
Un gesto di ricostruzione identitaria, trasformato in una nuova prigionia.
“Mi sono affidata a quello che pensavo fosse il più bravo. Sono stata a letto per 14 mesi per un problema grave e reale, adesso che volevo tornare a lavoro, dopo 7 operazioni, mi ritrovo così.”
Un’operazione transcongiuntivale le ha reciso dei nervi: il prezzo pagato è stato la perdita della vista periferica. Da allora, sette interventi chirurgici, mesi di immobilità e un dolore che non è solo fisico. Michela parla con voce ferma, ma dietro c’è la rabbia di chi si è vista sottrarre non soltanto la bellezza, ma anche il lavoro, la quotidianità, l’autonomia. Una donna che voleva rinascere e si è ritrovata sospesa tra ospedali, paure e processi legali.
Chirurgia estetica: tra desiderio e rischio
Le testimonianze di Fabiani e Ferrante non sono semplici aneddoti televisivi, ma squarci che illuminano il lato oscuro della chirurgia estetica. Due donne diverse, unite da un destino comune: aver creduto in un trattamento che avrebbe dovuto restituire sicurezza e che invece ha lasciato cicatrici.
Il loro racconto mette a nudo la fragilità di un sistema in cui spesso mancano trasparenza e tutela. Filler permanenti, come quelli a base di acido metacrilato, sono oggi fortemente sconsigliati dagli esperti perché difficili da rimuovere e rischiosi nel lungo periodo. Le linee guida, ribadite dall’ISPLAD (Società Italiana di Dermatologia Plastica), raccomandano ai pazienti di esigere sempre l’etichetta del prodotto iniettato, di chiedere informazioni precise, di verificare l’esperienza del medico (isplad.org).
Nel mondo delle immagini perfette e dei corpi “filtrati”, la scelta di Alessia Fabiani di mostrarsi senza veli diventa un atto politico: aprire un dialogo vero su un fenomeno che non è più marginale ma parte integrante della cultura contemporanea. Perché dietro la promessa di un sorriso armonico o di uno sguardo più fresco può nascondersi il rischio di un dolore che dura anni.