Caso Scurati, Nadia Terranova racconta la sua esperienza
“La redazione mi aveva invitata a scrivere un monologo, che io stessa avrei dovuto leggere. L’ho fatto, ma il testo non è stato reputato adatto alla puntata”, ha dichiarato a «Il Manifesto» Nadia Terranova. Dice di essere rimasta “stupita quando mi è stato chiesto di cambiare il mio monologo”. (continua a leggere dopo le foto)
Le parole della scrittrice sulla Rivista K
Nel numero della Rivista K che esce il prossimo 26 aprile, in un editoriale che si intitola Nessuno vuole il potere, così scrive Nadia Terranova: “Quanto a me, proprio nelle settimane in cui ricevevo i racconti per K, ne ho avuto uno: una trasmissione televisiva mi ha chiamata invitandomi a scrivere e recitare un monologo, ma dopo aver inviato il testo sono stata contattata dalla redazione che mi ha informata che avrei dovuto modificarlo secondo precise indicazioni. Mi sono rifiutata. Era un testo sul potere. Contro il potere. Ho rinunciato alla puntata, e ho tenuto il testo originale che ha poi avuto altre destinazioni. Siamo sempre ingranaggi, ma possiamo quasi sempre sottrarci: il quasi apre uno spazio e ne chiude un altro. Stavolta ero in uno spazio aperto. Uno spazio dal quale mi è stato impedito di marciare sulla testa dei sovrani da un palco, e io me ne sono presa un altro, anzi me lo sono costruita apposta – trasformando senza troppe chiacchiere quel divieto, con una sparizione e un’esplosione, nel senso di un altro racconto”.