Panatta: “Rischi per la salute degli atleti”
Panatta ha poi aggiunto una riflessione sulle difficoltà riscontrate da tutti i partecipanti: “L’ho visto molto provato, ma non solo lui: tutti i giocatori lo erano. Ci sono stati ritiri, svenimenti, malori. A Shanghai si gioca con 36-37 gradi, all’aperto e non al coperto, con un tasso di umidità del 95% e un livello di inquinamento dell’84%. In queste condizioni è sconsigliata qualsiasi attività sportiva, figuriamoci una partita di tennis da tre ore”.

La necessità di ripensare la gestione dei tornei
L’ex tennista romano ha invitato il circuito a una riflessione generale: “È logico che i giocatori si lamentino, ma quando fai un’attività sportiva in tutto il mondo può capitare. Tuttavia non si può ignorare che certe condizioni mettono a rischio la salute degli atleti. Bisogna ripensare la gestione dei tornei e mettere al primo posto la sicurezza”. L’episodio che ha coinvolto Jannik Sinner rilancia dunque il dibattito sulla priorità della salute rispetto alle esigenze dello spettacolo e del business nel mondo del tennis professionistico. Il caso di Shanghai pone l’accento sulla necessità di adottare criteri più stringenti per garantire la sicurezza degli sportivi impegnati nei grandi eventi internazionali.