Buonamici, la carta della credibilità
Volto storico del TG5, Cesara Buonamici gode di una reputazione consolidata presso il pubblico generalista. Il suo charme sobrio, unito a decenni di conduzione del notiziario di punta, ne fa la candidata ideale per chi sogna un Pomeriggio Cinque più istituzionale, dove il flusso di notizie batte il ritmo del talk. Buonamici lascerebbe così il ruolo di opinionista al Grande Fratello per riportare il pomeriggio di Canale 5 a una dimensione quasi para-giornalistica. Il rischio? Che tanta autorevolezza renda il format un po’ troppo “serioso”, sacrificando la leggerezza necessaria all’ora del caffè.



Scampini e Branchetti in lizza
Ex inviataa di punta di Studio Aperto e poi volto di Quarto Grado, Sabrina Scampini rappresenta il compromesso tra cronaca e racconto pop. Nota per la capacità di “umanizzare” le notizie senza scadere nel patetico, ha dimostrato in più occasioni di saper tenere banco con ritmi televisivi incalzanti. Terza opzione sul tavolo è Simona Brachetti, reduce da esperienze a Sky TG24 e al TG2 Post. Con alle spalle anni di esteri e breaking news, Brachetti porterebbe in dote una dizione impeccabile e un ritmo da all news channel. La sua presenza potrebbe spingere Pomeriggio Cinque verso un taglio quasi “corrieristico”, con finestre in tempo reale e approfondimenti mordi-e-fuggi sui principali dossier internazionali.

La strategia di Pier Silvio Berlusconi
La scelta finale dipenderà dall’equilibrio tra costi, appeal pubblicitario e visione editoriale. Pier Silvio Berlusconi sa bene che il pomeriggio di Canale 5 è terreno cruciale per il traino del preserale e degli spot destinati alla fascia casalinga: sbagliare volto significherebbe compromettere una fetta preziosa di raccolta. Da qui la tentazione di puntare su una “firma” riconoscibile, capace di rassicurare l’inserzionista e fidelizzare il pubblico. Eppure, il nodo resta sempre lo stesso: quanto informazione pura può digerire l’audience delle 17 senza cambiare canale? Fonti vicine alla conduttrice raccontano di un addio consensuale di Myrta Merlino, che avrebbe condiviso con l’azienda la necessità di cercare strade alternative, magari tornando a un contesto più affine alla sua storia professionale, come il talk politico d’approfondimento.