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Garlasco, è scontro tra Bruzzone e Infante: cos’è successo

Milo Infante Roberta Bruzzone

Scontro tra esperti su tempi e modalità del delitto

De Rensis ha richiamato la sentenza della Cassazione: “Quindi dove ha preso l’arma?”. Il dibattito si è poi concentrato sulla traccia di una mano insanguinata nella gora di sangue, la cui formazione, secondo alcuni, avrebbe richiesto almeno quindici minuti, un lasso di tempo incompatibile con la presenza di Stasi al computer alle 09:27. Roberta Bruzzone ha contestato tale ricostruzione: “E’ evidente, guarda la distribuzione delle tracce più allungate!”.

Il giornalista Luca Fazzo ha aggiunto un elemento controverso: “In agosto un inquirente mi aveva detto che la vecchia perizia medico-legale è stata fatta su misura, venne scritto quello che veniva chiesto al medico legale di scrivere da parte degli inquirenti”. Milo Infante è intervenuto prontamente: “Tu ci vedi malafede? Se lo dici così, sembra ci sia malafede. Non posso farti passare questa cosa”. Bruzzone ha invitato alla cautela: “Attenzione”. Fazzo ha poi precisato: “No, quando ci si innamora di una tesi…”. Infante ha concordato: “Ecco, diciamo così”. Fazzo ha concluso: “Quando ci si convince che il colpevole è Luca Fazzo e bisogna incastrarlo a tutti i costi, allora le cose avvengono”.

Ipotesi sulla dinamica psicologica e nuovi interrogativi

Il conduttore ha posto una domanda centrale: “Perché spostare il corpo di Chiara? Perché prendersi la briga di buttarlo giù dalle scale?”. Bruzzone ha fornito una spiegazione psicologica: “Il trasferimento del suo corpo è un meccanismo che viene prodotto da un bisogno psicologico del suo assassino, ovvero quello di distanziare da sé la visione di quanto commesso. E’ un meccanismo che serve proprio per abbassare l’impatto e la gravità di quanto fatto, soprattutto quando c’è una relazione significativa tra l’aggressore e la vittima, non per forza affettiva in senso stretto, ma sicuramente c’è un livello di conoscenza significativo… Dal mio punto di vista, Chiara conosceva il suo aggressore e avevano un rapporto importante”.

Alcune testimonianze hanno riacceso i dubbi. Una vicina ha riferito di non aver percepito rumori insoliti la mattina del delitto, né il cancello né eventuali urla. Questo dettaglio alimenta l’ipotesi di un’azione premeditata piuttosto che impulsiva. Inoltre, le tre gocce di sangue trovate vicino al divano hanno diviso gli esperti: Bruzzone, Radaelli e De Rensis sostengono che non siano attribuibili alla vittima, mentre Cavallaro invita alla prudenza a causa dell’assenza di altre tracce compatibili.

Approfondimenti su Andrea Sempio e le dichiarazioni di Savu

La fase conclusiva della trasmissione si è concentrata sul coinvolgimento di Andrea Sempio e le affermazioni di Savu, la cui credibilità è stata messa in discussione. L’avvocato di Savu ha dichiarato: “Savu dice di avere la certezza granitica che il coinvolgimento di Chiara Poggi sia maturato in conseguenza della percezione di quel che accadeva all’interno del Santuario… Nel 2016/2017 inizia a parlare del legame con il delitto di Chiara poggi, se l’ha detto ritengo sia vero perché non aveva ragioni di mettersi in mostra, né è affetto da mitomania“.

Bruzzone ha risposto in modo critico: “Questo signore, dopo una serie di eventi, decide che ha voglia di chiacchierare con la Procura di Pavia ora che è diventato un condannato definitivo. Mi spieghi dove emerge che Chiara Poggi fosse consapevole delle por*ate che facevano là dentro?”. Infante ha spiegato la scelta editoriale: “Ma una narrazione deve essere sempre completa”, ma la criminologa ha insistito: “Però cosa c’entra Chiara con questa roba?”. A questo punto l’atmosfera si scalda e il conduttore Milo Infante interviene a guidare la discussione senza nascondere il suo disappunto “Non c’entra nulla, ma dobbiamo raccontare anche questo. Perché non dovremmo farlo?” ribatte. “Ma dove sono gli elementi che collegano gli interessi di Chiara su una roba del genere e perché avrebbe dovuto tenere per sé un’informazione di questa portata? Se le piste sono di questo tipo, possiamo anche evitare di approfondirle” continua Bruzzone.

A quel punto Infante tuona: Però se partiamo da questo presupposto, chiudiamo tutta l’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi, perché delle stupidate…”. Bruzzone interrompe il conduttore bruscamente: “No, chiudiamo almeno questa pista e quella dei presunti suicidi collegati, è tutta roba relegata forse a un romanzaccio di ultima categoria“.

Dibattito finale a “Ore 14 sera”

Nell’ultima parte, De Rensis ha difeso il metodo di discussione, sottolineando l’importanza del rispetto delle fonti: “Io ho massima stima per l’avvocato Lovati e credo che quando parla sia tutto fuorché distratto, perché anche quando si parla di mandanti e sicari ce ne sono di tanti tipi, sia di mandanti sia di sicari”. Bruzzone ha concluso in modo sarcastico: “Ok, dobbiamo raccontare tutto, mi sta bene, mettiamoci anche gli alieni così abbiamo completato il quadro, però stiamo parlando di una persona che ha già manifestato la sua indole, non esattamente tra le più affidabili del mondo”. La discussione si è chiusa lasciando aperti i numerosi interrogativi che ancora circondano uno dei casi più complessi della cronaca italiana recente.

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